Corriere di Bologna

Bagno di folla e migranti. Fico si prende gli applausi

Attacca Salvini e gira nelle cucine. Calvano a Bonaccini: faccia il bis

- Rosano

Il presidente della Camera Roberto Fico RAVENNA sul palco della Festa dell’Unità di Ravenna attacca Salvini sulla Diciotti, ricorda Regeni, e si prende gli applausi del militanti pd. Poi un giro negli stand diventa un bagno di folla.

«La mia prima volta RAVENNA alla Festa dell’Unità? No... Ma non venivo da circa 15 anni». Roberto Fico attracca alla Festa nazionale dell’Unità di Ravenna sovvertend­o protocolli e risveglian­do i militanti. Che in qualche passaggio, durante il match con Graziano Delrio moderato da Marco Damilano de L’Espresso, lo contestano comunque (soprattutt­o su temi complessi, per il pentastell­ato dall’animo movimentis­ta, come l’asse con la Lega e i suoi effetti su accoglienz­a e politiche europee). Ma non gli negano un lungo applauso al suo ingresso nella sala Aldo Moro. Condito da selfie, strette di mano, messaggi di incoraggia­mento («Continua così»), birra e piadina con i volontari che, di solito, si riserva a un dirigente del partito e non a un «avversario» politico. Ma tra anziani delusi e giovani speranzosi dem, Fico fa questo effetto: «È uno con cui possiamo dialogare, ha qualcosa del nostro dna».

Basterebbe parlare con Enzo Fiori, 72enne che si occupa della vigilanza all’ingresso da cui arriva a piedi (come da aspettativ­e) Fico, per capire che la base romagnola è quantomeno disorienta­ta. «Non ho rinnovato la tessera, ma continuo a fare il volonta- rio», racconta Enzo, una militanza di quasi 60 anni. «Sono qui lo stesso perché la Festa è di tutti. Fico? Contento che uno come lui venga a discutere, io col M5S avrei provato a dialogare, ma Renzi...».

Per trovare un po’ di ottimismo bisogna andare tra i più giovani. Come Francesco Innocenti e Chiara Andreini, segretari del Pd nell’Aretino. «Abbiamo fatto più di 3 ore di strada. È nei momenti di difficoltà che si deve dare una mano al partito», dice Andreini, che su Fico ha la sua personalis­sima idea: «Secondo me ha sbagliato casa, solo che ancora non lo sa».Il comitato di accoglienz­a è guidato dai parlamenta­ri Graziano Delrio e Andrea De Maria e dal sindaco Michele De Pascale.

«No, non ho sbagliato casa», dice Fico passeggian­do tra gli stand. «Sono qui e andrò a molte altre feste di partito, è normale che il Presidente della Camera venga a confrontar­si con i cittadini. E sono contento — aggiunge — se i militanti del Pd sono felici di avermi qui, perché sono il Presidente di tutti». L’applauso che accoglie Fico è sentito. L’entusiasmo di qualche militante tra le prime file anche. Gli oltre 300 (molti in piedi) in sala sono meno clementi. Lo applaudono quando dice che i migranti della Diciotti «dovevano scendere il primo giorno». E che non si fanno accordi con chi in Libia «ha dietro le milizie che torturano e violentano».

Arrivano però mugugni e proteste quando Fico mette nel mirino il Gruppo di Visegrád: «Dillo a Salvini!». O quando rivendica che il M5S ha restituito i rimborsi elettorali da subito, anche in Emilia-Romagna. «E i 49 milioni della Lega?». Il Presidente rilancia su acqua pubblica (applausi) e sull’omicidio Regeni («Serve verità»). Alla fine un bagno di folla, foto e incoraggia­menti. Tra una birra con alcuni amici («Ma pago io, non il Pd») e una piadina, quella sì, offerta dai volontari. «Buona ma io sono napoletano, mi fate assaggiare la pizza fritta?».

A Bologna intanto si continua parlare della segreteria nazionale. Al governator­e Stefano Bonaccini arriva una ulteriore richiesta per un suo bis in Regione, dopo l’invito del sindaco Virginio Merola. A intervenir­e questa volta è il segretario del Pd dell’EmiliaRoma­gna Paolo Calvano convinto che Bonaccini «sia il candidato migliore per un centrosini­stra largo ».

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