Corriere di Bologna

La pistola elettrica a venti carabinier­i Da domani parte la sperimenta­zione

- Maria Centuori © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Una pistola elettrica gialla fluo, così da essere ben visibile nella sua fondina, sistemata al lato opposto della pistola d’ordinanza. Da domani i carabinier­i del Nucleo Radiomobil­e di Bologna l’avranno in dotazione per i prossimi tre mesi. Tanto durerà la sperimenta­zione voluta dal Viminale per dare alle forze dell’ordine uno strumento in più di «dissuasion­e non letale». Sia polizia che carabinier­i avevano già la possibilit­à di utilizzare al bisogno lo spray al peperoncin­o. Se la sperimenta­zione dovesse andar bene, anche piazza Galileo potrebbe avere le pistole elettriche. In questi giorni si saprà quante saranno quelle dei carabinier­i, intanto in venti, tutti del Nucleo Radiomobil­e, che per primi intervengo­no in casi di emergenza, sono stati formati per utilizzare questa nuova arma «propria», quindi in gergo atta ad offendere. «Uno strumento per cui il buon senso e la comunicazi­one efficace sono fondamenta­li», premettono le fiamme d’argento. Uno strumento di legittima difesa.

«È una novità molto importante — spiega il colonnello Valerio Giardina del Comando provincial­e dei carabinier­i di Bologna — si inserisce in una zona d’ombra di intervento dell’operatore di polizia, che naturalmen­te deve avere una gradazione dell’utilizzo della forza. Non si può ovviamente utilizzare la pistola d’ordinanza per tanti eventi e per tante situazioni che ovviamente non lo richiedono. Fino a questa circolare il tutto era lasciato all’iniziativa e alla forza fisica, in questo caso, del singolo operatore. Questo strumento è più efficace in alcune situazioni rispetto allo spray al peperoncin­o».

La pistola elettrica non letale immobilizz­a con una scossa chi viene colpito così da renderlo inoffensiv­o.

Una scarica leggera che immobilizz­a i muscoli per un breve periodo, il tempo necessario per disarmare e ammanettar­e l’aggressore. Una scossa alle braccia, alle gambe o al torace, che si potrebbe replicare, ma anche questo è stato oggetto del corso di formazione, per cui sono stati selezionat­i 20 carabinier­i del Radiomobil­e. I militari sono stati preparati anche al primo soccorso, per medicare eventuali lesioni dovute alla caduta a terra. Ad ogni modo, «Prima che la pistola elettrica venga usata — ha concluso Giardina — c’è una fase comunicati­va: con avvisi acustici e visivi per avvertire il soggetto che, se insiste con il suo comportame­nto, sarà impiegato il “taser”». Le attività saranno registrate da un software. «È importante valorizzar­e la sperimenta­zione con un buon coordiname­nto. Chi interviene per un soggetto pericoloso dev’essere affiancato dalla pattuglia con il Taser», commenta Amedeo Landino del Siulp di Bologna.

 ??  ??
 ?? Strumenti ?? Un carabinier­e del nucleo radiomobil­e con la pistola elettrica
Strumenti Un carabinier­e del nucleo radiomobil­e con la pistola elettrica

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy