Il Bologna non va Già ora di ribaltare?
Dopo tre partite di campionato in casa Bologna è suonato l’allarme: le lacune palesate dalla squadra fin qui sono sotto gli occhi di tutti e a Filippo Inzaghi tocca il compito di correre ai ripari e di cercare — compatibilmente col materiale a disposizione — una chiave tattica che mascheri le debolezze dei rossoblù. Pare facile, ma rischia di essere un vero e proprio cubo di Rubik tattico dato che la squadra è stata costruita quasi esclusivamente sul 3-5-2 e per aumentare il peso specifico offensivo di un attacco che sta costruendo poco o nulla si rischia di scoprire una difesa che ad eccezione degli ultimi venti minuti di sabato ha retto quantomeno dignitosamente.
Anzi, proprio quel finale di partita ha suggerito quanto il Bologna sia stato costruito per difendere a tre: era un undici sbilanciato e le trame della partita non hanno aiutato, ma gli errori da terzino di Mattiello (ruolo in cui Mbaye è più a suo agio) e soprattutto gli sbandamenti del leader della retroguardia Danilo una volta abbandonato il ruolo di libero rappresentano altri indizi su una difesa a quattro quasi impossibile, viste anche le caratteristiche dei centrali.
Presa come base la difesa a tre e in attesa del rientro a ottobre dell’infortunato Donsah — uno che con i suoi strappi potrebbe tornare molto utile a un Bologna più che mai piatto e monocorde — come si potrebbe uscire dall’impasse? Al momento Inzaghi non sembra orientato a lasciare il suo 3-5-2 o a ripensare al ruolo di Orsolini cercando di modellarlo come seconda punta di qualità da mettere al fianco di un centravanti (lo vede più mezz’ala), ma l’alternativa più immediata e meno invasiva sembra essere il 3-4-1-2.
Un suggerimento arrivato anche da Sky nel dopopartita contro l’Inter, dopo 90 minuti in cui i rossoblù hanno avuto possesso palla nella metà campo avversaria per soli 6’55” (mentre 8’54” era stato il dato nell’altra gara casalinga