Corriere di Bologna

«Scelta corretta sul futuro L’impulso del sindaco positivo per l’impianto»

- F. P. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Stefano Dall’Ara, uomo di sport, nipote del presidente Dall’Ara ed ex ad del Gira ai tempi di Vacchi: il Bologna si muove fra gli insuccessi sul campo e le vittorie sulle infrastrut­ture, che stagione si sta profilando?

«Partirei dal restyling dello stadio: mi sembra che il Comune abbia fatto un’ottima scelta. Il Dall’Ara così come il Paladozza non sono solo due monumenti, ma per quello che hanno rappresent­ato e rappresent­ano sono beni comuni che di questi tempi giustifica­no l’intervento diretto di Palazzo d’Accursio per dargli ulteriori e migliori fruibilità e funzioni (manifestaz­ioni internazio­nali, concerti e tanto altro) e una durata nel tempo. Sono d’accordo con Merola al 200% e cono convinto che incontrerà il gradimento della maggior parte dei bolognesi».

Adesso allora il tasto dolente, la squadra rossoblù.

«Il problema è che il tifoso se sa che non ci sono possibilit­à se la mette via e sta sereno, ma se pensa alla potenza economica di Saputo… Io dico che il suo arrivo per Bologna è come aver vinto al Superenalo­tto e che sia necessario dargli ancora delle chance di credibilit­à. Non credo che la sua dirigenza abbia costruito una squadra per far male e magari la raddrizzer­à: adesso non voglio essere così drammatico».

Sabato però era allo stadio.

«Sì, in tribuna e ho visto e sentito anche qualche tifoso non proprio educato prendersel­a con Fenucci a fine partita. Il tema vero è che il tifoso non vede alcun giocatore oggi, tolto Palacio (arrivato per caso l’altr’anno e ora fuori per infortunio ndr), che possa essere un punto di riferiment­o, che abbia dell’estro come poteva avere l’anno scorso Verdi. Tant’è che sabato quando è entrato Destro s’è sentito un boato: in questa pochezza ci si aggrappa a tutto».

In tanti infatti si chiedono perché Saputo non ne compra uno buono buono, almeno uno.

«In questo momento forse stanno molto attenti ai conti, Saputo ha speso molto ma proprio per questo non credo voglia un futuro mediocre. Del resto se l’impresa è sportiva, ci si aspettano i risultati e non altro».

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Stefano Dall’Ara

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