Corriere di Bologna

Il Dall’Ara all’europea Ecco come si può fare

Restyling La partnershi­p tra club e Comune è unica in Italia, non nel continente Da Bilbao a Marsiglia, da Hannover a Bordeaux: ecco come si fa negli altri Paesi

- di Alessandro Mossini

Per l’Italia sarà praticamen­te una prima assoluta: venerdì il sindaco di Bologna Virginio Merola ha annunciato la partnershi­p con il club rossoblù per finanziare il restyling dello stadio Dall’Ara, seguendo la via più battuta in Europa per opere di questo tipo.

Se ne parlava da tempo e il cambio di scenario deciso da Palazzo D’Accursio ha portato il Dall’Ara a mettersi in scia a diversi stadi europei che hanno visto costruzion­i o restyling finanziati con un partenaria­to tra privato (il club calcistico e spesso altri investitor­i) e pubblico per ridurre un impatto sulle casse societarie che solo club inglesi possono assorbire. Proprio l’ad del Bologna Claudio Fenucci aveva fatto il punto sabato su quanto sia utilizzata questa via:

«Su 167 ristruttur­azioni di stadi effettuate negli ultimi dieci anni in Europa, la partnershi­p tra pubblico e privato è lo strumento più comune».

In Germania ad esempio si sono ristruttur­ati stadi per quasi 1,4 miliardi: il 40% è arrivato da fondi pubblici, il 30% dai club e il 30% da altri investitor­i. Cifre simili al Dall’Ara le ha mosse l’HDI Arena di Hannover, rifatta nel 2004 per quasi 70 milioni di euro, 24 dei quali arrivati dalla città e 20 dal credito federale.

La Bundesliga è un esempio, ma con l’Europeo del 2016 lo è diventato anche la Francia dove grazie a una legge del 2004 sono stati costruiti (o riammodern­ati) stadi in collaboraz­ione tra privati e amministra­zioni. E se gli stadi di Parigi, Tolosa, SaintEtien­ne e Lens sono stati rimessi a nuovo con fondi pubblici, ecco che gli impianti di Lille, Marsiglia, Nizza e Bordeaux hanno beneficiat­o di un percorso simile a quello che stanno per imboccare il Bologna e il Comune. A Lille per lo Stade Pierre Mauroy (324 milioni, di cui 282 di sola costruzion­e) il club e la città si dividono un mutuo di 31 anni, a cui sono stati aggiunti 45 milioni una-tantum provenient­i dal consiglio regionale: spesso in Francia i fondi pubblici arrivano da più amministra­zioni come a Marsiglia, dove per rinnovare il Velodrome sono arrivati 40 milioni dalla città, 30 dal dipartimen­to Bouches-du-Rhone, 30 dallo stato e 20 dalla comunità urbana Marseille Provence Métropole per un’opera da 267 milioni totali. A Bordeaux invece è sorto il rivoluzion­ario Matmut Atlantique: 183 milioni con Regione e Comune che hanno contribuit­o per il 45% e hanno stretto una partnershi­p con la joint venture tra Vinci e Fayat, i gestori per 30 anni dell’impianto a cui il club paga un salato affitto annuo di 3,7 milioni.

Varcando i Pirenei, c’è il nuovo San Mames a Bilbao: è costato 211 milioni di cui 11 spesi dalla città di Bilbao e 200 divisi in parti uguali tra l’Athletic, il governo basco, la provincia e il debito con le banche. Più simile all’operazione iniziale Prati di Caprara ciò che ha fatto l’Atletico Madrid con il nuovo Wanda Metropolit­ano: il club ha messo 170 milioni sui 310 dell’intera opera e il resto è stato finanziato con la vendita dei terreni su cui sorgeva il vecchio stadio Vicente Calderon per costruire complessi residenzia­li.

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 ??  ?? Il nuovo San Mames di Bilbao, impianto che può contenere 63.000 spettatori, costruito nel 2013 accanto al vecchio stadio, la «Catedral» dell’Athletic, demolitoIl nuovo Veldrome è un restyling dello stadio originale di Marsiglia costruito nel 1937: nella versione moderna può contenere 67.000 spettatori
Il nuovo San Mames di Bilbao, impianto che può contenere 63.000 spettatori, costruito nel 2013 accanto al vecchio stadio, la «Catedral» dell’Athletic, demolitoIl nuovo Veldrome è un restyling dello stadio originale di Marsiglia costruito nel 1937: nella versione moderna può contenere 67.000 spettatori
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