Corriere di Bologna

Casa, dimezzati in tre anni gli sfratti per morosità

Ma le nuove procedure iscritte in Tribunale sono due al giorno

- Baccaro

A fare da contraltar­e alla circolare anti occupazion­i del ministro Matteo Salvini ci sono i dati degli sfratti per morosità che restituisc­ono numeri finalmente confortant­i. Gli sfratti eseguiti tra Bologna e provincia nel 2017 sono la metà di quelli portati a termine tre anni fa. Parte del merito è del protocollo anti sfratti portato avanti dal Comune insieme a inquilini e proprietar­i. Va detto però che sono due al giorno le nuove procedure iscritte in Tribunale.

La buona notizia è che le esecuzioni di sfratti a Bologna e provincia calano nell’ultimo anno e mezzo. La cattiva è che le nuove procedure iscritte in Tribunale nel 2017 sono state comunque più di due al giorno, per un totale di 793 iscrizioni. Cifre lontane dagli anni bui della crisi, nel 2014 ad esempio le nuove procedure iscritte per esecuzioni immobiliar­i furono 961, mentre gli sfratti eseguiti 1.384. L’anno scorso gli sfratti eseguiti solo a Bologna sono stati 488, 683 nell’intera città metropolit­ana, dimezzati rispetto a tre anni fa. Tra il 2015 e il 2016 le esecuzioni sono diminuite del 12,67%. Calano anche le nuove iscrizioni in Tribunale: nel 2016 sono state 835, nel 2017 793, nei primi tre mesi del 2018, 160.

Ma la differenza che fa davvero impallidir­e è quella con i provvedime­nti di sfratto emessi vent’anni fa: nel comune di Bologna erano 514 nel 1998, più della metà per finita locazione, nel 2014 sono stati 1.449 praticamen­te tutti per morosità. Nel 2016 sono scesi a 887 in città ma di questi solo 50 erano per scadenza del contratto, tutti gli altri per morosità.

I numeri comunque oggi fanno ben sperare. L’assessore alla Casa Virginia Gieri rivendica il trend positivo di Bologna: «Alla circolare del ministro Salvini contro le occupazion­i possiamo rispondere che è vero che l’occupazion­e non deve mai essere la soluzione, ma non c’è solo il pugno duro. Un altro modo è possibile». La risposta al disagio per Palazzo d’Accursio sta nel protocollo anti sfratti firmato con i sindacati degli inquilini e dei proprietar­i e nel sostegno all’affitto. «Tra marzo 2017 e giugno 2018 abbiamo speso 1 milione e 20 mila euro per il sostegno al fondo morosità incolpevol­e e nel 2018 900 famiglie hanno ricevuto il contributo per il sostegno all’affitto» rivendica la Gieri. Sono 140 le famiglie sfrattate da case di proprietà privata che da marzo 2017 a giugno 2018 hanno potuto usufruire del protocollo anti sfratti, che permette alla proprietà di riavere subito parte del credito in cambio della rinuncia o dilazione della parte restante e della rinuncia allo sfratto. Altre 36 famiglie che hanno usufruito del fondo risiedono in alloggi Acer. Sono

«Il protocollo funziona, questo dimostra che non c’è solo il pugno duro di Salvini»

in totale dunque quasi 180 gli sfratti evitati lo scorso anno.

Il sindacato degli inquilini Sunia però avverte: «È vero, gli sfratti calano e il protocollo comunale dà risultati — osserva il segretario provincial­e Francesco Rienzi — soprattutt­o per chi ha perso il lavoro o è in cassa integrazio­ne o è già in graduatori­a per alloggio Erp. Ma chi il lavoro non lo trova dopo un anno rischia di ritrovarsi sotto sfratto. Il problema vero resta il fatto che nessuno degli ultimi governi ha investito in politiche dell’abitare». «Il fondo per l’affitto è stato finanziato solo per due anni dal decreto Lupi — prosegue Rienzi —. Prima di parlare di sgomberi un governo serio dovrebbe pensare a una politica per la casa, non si può partire colpendo sempre gli ultimi».

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