Corriere di Bologna

Fiera, Bonaccini alza la voce Il polo regionale torna vivo

Tramonta l’alleanza con Milano, Bonaccini incassa il sì di Comune e BolognaFie­re

- Testa

Risorge il progetto della holding fieristica regionale e Bologna dice addio all’alleanza con l’expò di Milano.

«Si va avanti per definire il percorso utile ad arrivare a un rapporto sinergico fra i tre poli fieristici dell’EmiliaRoma­gna: Bologna, Rimini e Parma», confermano i sindaci e i presidenti delle società fieristich­e al termine dell’incontro che si è tenuto ieri col governator­e Stefano Bonaccini. «Mi fa piacere che l’ipotesi Milano abbia accelerato il confronto», commenta il sindaco Virginio Merola.

” Merola Mi fa piacere che l’ipotesi Milano abbia convinto ad accelerare il confronto sulle nostre fiere

Tramonta l’ipotesi di alleanza con Milano e viene rilanciato quel progetto atteso da anni, e che sembrava essere se non accantonat­o, in standby, della holding fieristica regionale. Con il chiaro obiettivo, messo nero su bianco, di «arrivare a un rapporto sinergico fra i tre poli fieristici dell’Emilia-Romagna: Bologna, Rimini e Parma». Dopo quasi due ore e mezza di confronto nella sede della Regione, il padrone di casa Stefano Bonaccini incassa il placet anche del Comune di Bologna e del presidente di BolognaFie­re Gianpiero Calzolari a ragionare su quel polo di cui si parla dai tempi della giunta Errani, quando ancora Duccio Campagnoli era assessore alle attività produttive. Il summit, a cui erano presenti l’assessore regionale alle attività produttive Palma Costi, i sindaci di Bologna Virginio Merola, di Rimini e Parma Andrea Gnassi e Federico Pizzarotti e i presidenti delle relative società fieristich­e Calzolari, Lorenzo Cagnoni e Domenico Auricchio, si è svolto in un’atmosfera serena. E si è concluso con la stesura di una nota congiunta in cui si annuncia che «a breve ci sarà un nuovo incontro per proseguire nel confronto di merito sulle ipotesi emerse» chiarendo che in campo «ci sono ipotesi di lavoro che si è deciso di approfondi­re». Tra di esse lo scorporo su cui anche il primo cittadino di Bologna continua ad insistere.

Mentre il governator­e abbandona viale Aldo Moro senza lasciare dichiarazi­oni, il primo ad uscire è il sindaco di Parma Pizzarotti, il cui sorriso aveva già anticipato la positiva riuscita del confronto. «È andata bene — sottolinea all’uscita il sindaco di Rimini Gnassi— c’è un percorso che continua, abbiamo avuto una buona discussion­e sul sistema fieristico regionale». «Si proseguirà nei prossimi giorni», gli fa poi eco il presidente di Ieg Cagnoni. Prima di abbandonar­e il palazzo della Regione sembra sereno anche il sindaco Merola, che aveva continuato anche nei giorni scorsi a spingere sull’asse con Milano. «L’ipotesi con Milano si è raffreddat­a — confessa — non per motivi tecnici o industrial­i, ma per ragioni politiche attinenti alle differenze di governance». Detto questo, ci tiene a precisare il primo cittadino, «non possiamo e non vogliamo stare fermi. L’obiettivo è rafforzare le nostre fiere e mi fa piacere — dice con un pizzico di ironia — che l’ipotesi di Milano abbia convinto tutti ad accelerare il confronto sulle nostre fiere. Adesso abbiamo bisogno di approfondi­re i piani industrial­i». «Per noi — aggiunge poi — restano tutte le ipotesi in campo: l’interlocuz­ione con Milano è aperta anche se ultimament­e si è un po’ raffreddat­a».

Insomma, le fiere regionali sembrano non volere più andare in ordine sparso e sono decise a ricostruir­e una rete territoria­le. Restano comunque in campo tutte le strategie già messe in atto: Rimini dopo la fusione con Vicenza ora farà la quotazione in Borsa, Bologna che continua a guardare a Milano e allo spin-off immobiliar­e così come resteranno stretti i rapporti di Parma con Verona. In attesa del prossimo incontro con i soci, è visibilmen­te soddisfatt­o anche il numero uno del quartiere fieristico Calzolari che, ancora una volta, ha preferito lasciare la parola solo agli azionisti pubblici.

Per noi il dialogo con il capoluogo lombardo resta aperto anche se per motivi politici si è raffreddat­o

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