Con mamma e papà ai test di Medicina E gli atenei privati puntano sugli esclusi
Più di tremila candidati per 330 posti: è la lotteria del test di ammissione alla facoltà di Medicina di Unibo Sogni e timori dei ragazzi che si sono ritrovati in fiera
Uno su dieci ce la farà (a diventare medico studiando a Bologna). Si sono presentati in più di 3.000 per circa 300 posti, ieri, in Fiera, per il test d’accesso alla facoltà di Medicina e Chirurgia. E sono arrivati da tutta Italia. Speranze e timori degli aspiranti medici.
Uno su dieci ce la farà, e potrà realizzare il sogno di studiare direttamente sotto le Due Torri per indossare il camice bianco. È rappresentata quasi tutta l’Italia, in fila composta fin dalle sei del mattino davanti ai padiglioni di Bologna Fiere, dove ieri si è tenuto il test di ingresso per Medicina e Chirurgia.
Ragazzini appena diplomati con al seguito i genitori, universitari già navigati che ritentano per l’ennesima volta la carriera medica, gli eterni indecisi dell’ultima ora e i costretti, quelli che danno retta a mamma e papà che li vogliono a tutti i costi dottori. Ai varchi bolognesi si sono presentati in 3112 (oltre 60 mila in tutta Italia), a fronte di 3287 studenti iscritti che hanno indicato l’Alma Mater come prima scelta, per un totale di 350 posti disponibili (di cui 30 riservati ai futuri odontoiatri). E se i posti diminuiscono, rispetto a due anni fa oggi se ne contano 53 in meno, i candidati aumentano: si parla di un buon 4% in più rispetto al 2017, quando alla stessa prova si erano iscritti in 3161 da tutto il Belpaese.
«Sogno questo momento da quando ho cinque anni. È sempre stato il mio chiodo fisso: ho studiato un anno intero, tutto da sola. La determinazione insomma c’è, ma so che non basta. Serve anche una buona dose di fortuna», spiega Giulia di Palermo, 18 anni, mentre raccoglie il volantino che, forse, un futuro da medico potrebbe darglielo più facilmente. Oltre ad amici e famigliari, ad attendere i ragazzi all’uscita dal test di ingresso ci sono infatti anche i rappresentanti di alcune delle più note università private attive in Italia, ma anche all’estero, che propongono gli stessi corsi a prezzi decisamente diversi rispetto a quelli offerti dagli atenei statali. «Ho già guardato su internet: ho visto dei piani formativi interessanti sia in Spagna che in Polonia — racconta Silvia di Ancona —. Sono pronta a lasciare l’Italia pur di studiare Medicina. Io voglio darmi una possibilità in più».
Su questo punto, e su tutti gli aspetti contradditori di una prova di ingresso a numero chiuso, spesso criticata dagli stessi ragazzi, sono intervenuti ieri anche gli studenti di Link, che hanno srotolato uno striscione all’ingresso: «Medici fantasma. Chi si cura della sanità?». «Il test è solo un primo ostacolo. Dopo sei anni di corso di laurea — spiegano i giovani del collettivo — i futuri medici si troveranno ad affrontare il concorso di specializzazione che ogni anno, a fronte dei 15 mila partecipanti, ne esclude più della metà».
Ma se, ancora prima di formarsi, i ragazzi pensano già all’estero, il trend è già diffuso invece tra coloro che dopo aver studiato Medicina in Italia entrano in servizio fuori confine. È il caso di oltre 10 mila medici che tra il 2005 e il 2015 hanno abbandonato il proprio Paese: di questi, secondo il Rapporto di EnpamEurispes, su 100 dottori espatriati, 52 sono italiani. «In questo quadro — sottolinea Silvia Mazzaglia, coordinatrice di Link — il numero chiuso assieme alla mancanza di borse di specializzazione e al blocco del turn over favorisce la sparizione del personale medico dagli ospedali». Una preoccupazione chiara a molti dei candidati, ma non a tutti. C’è chi, come Andrea da Foggia, oggi prova il test solo per far contento il papà, anche lui medico, ma nel suo futuro vede dell’altro, non ancora definito. O Clara da Cagliari che quest’anno ci riprova per la terza volta, e continuerà a farlo perché «questo è il lavoro più bello del mondo». Fra meno di dieci giorni, toccherà invece agli altri suoi colleghi che proveranno ad iscriversi a Medicine and Surgery (Medicina e Chirurgia in lingua inglese): sono in 1225 e la prova è fissata per il 13 settembre a Bologna Fiere.
” Giulia da Palermo Sogno questo giorno da quando ho 5 anni, ma so che la determinazione non basta, serve fortuna