Gettonisti o a progetto Se il medico è precario
Aperti i bandi per stabilizzarne 34 tra Ausl e Sant’Orsola. I sindacati: e gli altri?
A tempo determinato, con contratti liberoprofessionali, gettonisti, a progetto. È variegato il mondo atipico dei medici. Anche se i numeri non sono da emergenza. L’emergenza invece ci sarà nei pronto soccorsi: pronti i nuovi i corsi della Regione.
Ieri in Fiera erano in migliaia a giocarsi un posto per entrare a Medicina a Bologna, una roulette dalla quale uscirà vincente più o meno uno su dieci. C’è poi chi è già passato da quell’imbuto e da quello ancora più stretto delle scuole di specializzazione, lavora da tempo nella sanità pubblica e ancora sogna il contratto a tempo indeterminato. Il popolo dei medici atipici si sta però rapidamente assottigliando per la nota mancanza di specialisti che rischierà di mettere in ginocchio la sanità del futuro. A Bologna come nel resto della regione è partito un piano di stabilizzazione, sulla spinta del decreto Madia. Ma non per tutti c’è la luce in fondo al tunnel.
Partiamo da chi ha un contratto a tempo determinato, vera e propria anticamera all’assunzione definitiva. La Regione ha dato il via libera alle aziende sanitarie per emanare i bandi che sanano le posizioni di coloro che hanno maturato i requisiti previsti dal primo comma della legge Madia, ovvero avere avuto contratti subordinati dopo il 28 agosto 2015 ed entro il 31 dicembre 2017, aver fatto parte di graduatorie e aver maturato entro la fine del 2017 almeno tre anni di servizio anche non continuativi nell’arco degli ultimi otto anni. I bandi, pubblicati i primi giorni di agosto e ormai in scadenza, prevedono 21 assunzioni al Sant’Orsola (3 posti per cardiochirurgia, 4 per cardiologia, 2 per chirurgia plastica e ricostruttiva, 2 per Nefrologia, per Pediatria, per Medicina d’urgenza e via dicendo)e 13 per l’Ausl (tra cui ben 4 per Ginecologia e ostetricia). Questi bandi però hanno fatto storcere il naso all’Intersindacale medica che riunisce tutte le sigle sindacali dei camici bianchi e che aveva siglato un protocollo d’intesa con la Regione. «Perché non si fanno ricognizioni del personale potenzialmente interessato a partecipare a queste procedure? — scrivono in una lettera indirizzata al governatore Stefano Bonaccini —. E perché non c’è l’analisi del fabbisogno nel triennio 2018-2020 come richiesto dalla Regione?». L’Intersindacale fa notare poi che altre aziende sanitarie, quelle di Parma e della Romagna, hanno tenuto conto di questi aspetti nei loro bandi. «Dal gruppo regionale non avevamo avuto questa indicazione — replica Mariapaola Gualdrini, che dirige il servizio unico metropolitano amministrazione del personale —. Stiamo mettendo a punto i fabbisogni triennali per le tre aziende bolognesi e per Imola per mandarli in Regione entro il 15 settembre. Una volta approvati, ci sarà la concertazione con i sindacati e quindi le indicazioni per procedere alle stabilizzazioni dei prossimi anni».
Chi ha un contratto a tempo determinato può essere stabilizzato anche con concorsi ordinari. È successo, parlando dell’Ausl, per «36 precari nel 2017 e altri 59 nel 2018, a cui si aggiungono i 13 attuali», spiega Gualdrini. Quanti ne restano però nelle tre aziende bolognesi non è dato sapere al momento. È più chiaro invece il quadro degli altri atipici. I medici con contratti libero professionali sono 101: 15 al Rizzoli (6 dei quali a Bagheria), 15 all’Ausl e 71 al Sant’Orsola, tra cui ci sono 43 gettonisti. «Si tratta di medici con contratti libero-professionali o appena specializzati chiamati per coprire i turni di notte
” I sindacati Nei bandi manca l’analisi del fabbisogno per il triennio 2018-220
” La replica Stiamo mettendo a punto i fabbisogni, li manderemo entro metà settembre
in certi periodi», chiarisce Gualdrini che nega invece la presenza di medici «in affitto» da cooperative che esistono invece in altre regioni come il Veneto. Ci sono infine i medici con contratti di collaborazione, i Cococo, che lavorano in ospedale grazie a progetti che hanno ottenuto finanziamenti per lo più ministeriali. Al Sant’Orsola sono in 78, tra cui ci sono anche medici finanziati da associazioni di volontariato come Ageop e Fanep, e all’Ausl 7. Il loro destino è a termine, ma non è detto che si aprano altre vie.
” Gualdrini Una volta approvati, i fabbisogni, ci sarà la concertazio ne con i sindacati