Fiera, Calzolari frena la holding
L’idea di creare una holding regionale delle fiere ha ripreso vigore, ma Gianpiero Calzolari, presidente della società di via Michelino, resta prudente. E ancora: «La disponibilità a trattare e ad approfondire la possibilità di accordi con Rimini e Parma c’è, ma non a tutti i costi e senza affrettare i tempi, per essere pronti, magari, per lo sbarco in Borsa del polo romagnolo. «Noi andiamo avanti a gonfie vele, la Fiera sta andando bene. Ultimatum non si danno a nessuno e, per principio, non ne diamo e non ne riceviamo. E se li riceviamo li rimandiamo al mittente. I tempi sono quelli del normale confronto. La Regione ha aperto un tavolo, se quel tavolo prosegue, come ci auguriamo, in modo spedito, i tempi possono essere brevi».
Nel frattempo, Bologna andrà avanti con gli investimenti per l’ampliamento e il rinnovamento dei padiglioni e con l’espansione per linee esterne che porterà, già quest’anno, il fatturato a fare un deciso balzo in avanti. «La Fiera di Bologna — continua Calzolari, a margine di Sana, il Salone del Bio — ha a budget per il 2019 già un portafoglio di 180 milioni di fatturato, il 2018 chiuderà con 160 milioni. Noi siamo disponibili e convinti che si debba lavorare per l’integrazione a una condizione, che Bologna ci guadagni, metaforicamente, almeno “un euro”». E mentre si parla del futuro della Fiera, la stagione è ripartita: per tutto settembre il Palazzo dei Congressi ospiterà 14 mila persone tra Cersaie, Zoomark, Farete e tutte le altre kermesse in programma. Questo mese, solo dagli allestimenti (grazie anche all’acquisizione del 52% della societa’ specializzata GiPlanet), dovrebbero arrivare 5 milioni di euro. Cifre che Bologna intende far pesare al tavolo della trattativa con Rimini e Parma. «Vorremo — conclude il presidente — concentrarci su quello che siamo, quello che diventeremo lo vedremo».