Corriere di Bologna

Aria di derby

Sabato «amichevole» Virtus-Fortitudo, faccia a faccia tra gli amici Leunen e Sacripanti E Martin: «Preparatev­i alle mie schiacciat­e»

- Di Enrico Schiavina e Luca Aquino

Bologna è troppo grande per due come loro, che in giro ancora non si sono ancora visti. In città ci abitano da quasi un mese, Pino Sacripanti e Maarty Leunen, uno per allenare la Virtus e l’altro per essere colonna della Fortitudo, ma entrando nella settimana che si affaccia sul derby amichevole ancora non hanno trovato il tempo nemmeno per un caffè assieme. «Ci siamo solo sentiti al telefono, ma uno di questi giorni lo chiamo, per vederci prima di sabato» si ripropone il coach virtussino. «Come si vive in una città spaccata in due dal basket ancora lo devo capire, di certo tra me e Pino rimarrà un rapporto speciale» replica a distanza il lungo fortitudin­o.

Quattro stagioni assieme, una a Cantù e tre ad Avellino, sempre ai playoff scudetto, due volte in semifinale e due ai quarti, ma le cifre non spiegano del tutto una sintonia, cestistica e umana, evidentiss­ima anche dall’esterno. «È uno dei giocatori a cui sono più legato, non solo per quello che mi ha dato in campo, ma per il rapporto che si era creato, la facilità con cui ci scambiavam­o idee ed esperienze» si illumina Sacripanti. «In 16 anni di Serie A come lui ne ho avuti pochi. Lo metto a livello di grandissim­i come Shaun Stonerook, Bootsy Thornton, Jerry McCullough, teste di basket di un livello superiore».

Sorrisone da bravo ragazzo bianco del nordovest, Leunen ricambia pescando a sua volta nei ricordi, canturini e non: «Devo molto a Pino, la mia carriera non sarebbe stata la stessa senza di lui. Sono stato fortunato, in otto anni in Italia ho avuto due soli allenatori, Trinchieri e Sacripanti, diversissi­mi, ma entrambi a modo loro eccezional­i. Chiuso il cicoach

” Il tecnico Con Marty il rapporto è solido e non solo legato al basket Siamo stati sempre molto uniti, ora a Bologna ci unirà la buona tavola Avevo pensato a lui anche per la mia Segafredo, poi...

” L’ala Devo molto a Pino, la mia carriera non sarebbe stata la stessa senza di lui È vero, la Virtus mi ha cercato ma le cose sono andate in altro modo e sono felice della mia scelta di essere nella Effe

clo a Cantù e dopo un anno in Germania, a trent’anni sono andato ad Avellino solo perché c’era lui, e li sono rinato».

Sacripanti il suo uomo di fiducia Leunen se lo porterebbe ovunque, e l’avrebbe voluto anche alla Virtus, a giugno era una voce di mercato. «Non lo nego, ci ho pensato, e prima di iniziare a fare la squadra ne abbiamo parlato. Ma in quel ruolo partivamo da Baldi Rossi e abbiamo fatto scelte diverse». Il contatto col mondo bianconero non lo smentisce neanche il giocatore: «Sì, qualche chiamata c’è stata, del tutto normale visto che qui c’era Pino. Non c’è molto da dire, sempliceme­nte la storia non è andata avanti, e adesso eccomi dall’altra parte, felicissim­o di stare in Fortitudo».

Per la prima volta in A2, per la prima volta da centro titolare, ma a spazzar via ogni dubbio tecnico ci pensa Sacripanti. «Giocatore e compagno di squadra ideale per chiunque, grande risorsa non solo per quel che fa, ma per come migliora gli altri, li trascina con l’esempio. Con lui in gruppo, l’allenatore certe parti del suo lavoro se le ritrova già fatte. E sul ruolo, con il Mancio in post basso, lui fronte a canestro è sempliceme­nte perfetto».

Tante avventure ad alto livello anche se assieme non hanno vinto nulla, toccando solo una finale di Coppa Italia nel 2016. «Contro Milano che era una corazzata, ma pensavamo di farcela lo stesso. Marty ne era convinto, aveva caricato a mille tutti, ricordo la sua delusione alla fine: per lui la squadra viene sempre prima di tutto» racconta l’allora di Avellino.

Sacripanti-Leunen è stato uno di quei rapporti di lavoro che nascono buoni, diventano ottimi e sfociano nell’amicizia. «Ho voglia di giocare questo derby, mi incuriosis­ce, in Italia ho vissuto tante rivalità, ma mai una cosa così forte all’interno di una sola città. Ora che sono alla Fortitudo non so se sono autorizzat­o a farlo, ma al coach della Virtus per la stagione auguro il meglio» se la ride l’americano. «Bologna dobbiamo ancora imparare a conoscerla tutti e due — chiude il brianzolo — essendo due amanti della buona tavola, visto come si mangia qui rischiamo entrambi la linea. Ma visti i ruoli, il problema nel caso sarebbe più serio per lui che per me».

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Insieme Stefano Sacripanti e Marty Leunen durante una partita quando entrambi erano ad Avellino (Ciamillo)

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