Martin, tra schiacciate e solidarietà «Preparatevi, ne farò una a 360°»
Il neoacquisto della Segafredo ha creato una fondazione per aiutare i più deboli
Kelvin Martin, ha già incontrato il tifoso che le ha mostrato il dito medio al PalaDozza quando ha affrontato la Virtus da avversario con Cremona?
«L’episodio mi è tornato in mente proprio mentre stavo per firmare il contratto con la Virtus e ho pensato: “È la squadra del tifoso che mi aveva fatto quel gestaccio?”. Mi ha fatto molto sorridere, anche sui social se ne è molto parlato e mi sono divertito. Molti tifosi si sono scusati, qualcuno ha detto di essere stato il protagonista di quell’episodio».
Cosa si aspetta da questa stagione?
«Dobbiamo metterci nelle condizioni di lottare per il massimo traguardo in Italia e in Europa. Quindi entrare nei playoff del campionato nelle prime quattro e raggiungere le Final Four di Champions League. Bologna è un posto fantastico, una vera città del basket. Sia in palestra sia per strada si può sentire la passione dei tifosi».
La conosciamo per le grandi schiacciate, ma andando più in profondità quali sono i suoi punti di forza e quelli deboli?
«Una cosa sulla quale sto lavorando per migliorare è il tiro da tre. Devo segnare con più continuità, essere più solido. Per il resto sono un “allaround”, posso palleggiare, giocare il pick and roll e sono un buon difensore. Le schiacciate restano negli occhi della gente, ma sono un giocatore versatile».
È anche un giocatore molto competitivo, sia in partita sia in allenamento.
«Sono cresciuto in una piccola città, Adel in Georgia, e le mie possibilità di farcela erano basse. Tutti hanno sempre dubitato di me, fin da bambino ho accettato ogni sfida per dimostrare di potercela fare».
Cosa le piace fare al di fuori del basket?
«Mi ritengo una persona molto creativa, quindi mi diverto con il design, la grafica, i disegni. Magari mi inventerò qualcosa per i miei compagni. A fine carriera qualcosa dovrò fare, il basket non dura per sempre».
Quale è la creazione di cui va più orgoglioso?
«La mia fondazione Rare Heart».
Di cosa si tratta?
«È un messaggio di amore universale. C’è molta gente che ha la ricchezza per aiutare chi ha più bisogno, ma solo alcuni lo fanno. Questi hanno un “Rare Heart”, un cuore raro, perciò l’ho chiamata così. Mi piacerebbe fare qualcosa anche qui a Bologna più avanti, con i bambini, con chi non ha da mangiare o con i senzatetto».
Ha un modello nel mondo del basket?
«LeBron James, dentro e fuori dal campo. È un giocatore dominante, abbiamo delle caratteristiche simili come stile di gioco anche se ovviamente non mi posso paragonare a lui. Ma lo guardo anche fuori dal campo, ad esempio con l’iniziativa della scuola che ha aperto recentemente. Lui ha sicuramente “Rare Heart” e il suo esempio mi motiva ancora di più».
Quale è la schiacciata che vorrebbe realizzare?
«Non ho mai fatto una 360° in partita. Preparatevi».
” Quando stavo per firmare, mi sono ricordato che proprio un tifoso V mi fece un gestaccio l’anno scorso Se n’è parlato sui social, è stato buffo