Corriere di Bologna

«Un bosco temporaneo nella piazza più bella»

Scuola di alta formazione con Golinelli, case a studenti e prof Lepore: è nella nostra vocazione. Zanotti: siamo interessat­i

- Di Fernando Pellerano

Archiviato il progetto della cittadella della moda, il Comune apre alla Fondazione Golinelli per investire sui Prati di Caprara. Lo fa giusto a pochi metri dall’ex area militare, per voce dell’assessore alla Cultura Matteo Lepore, invitato alla presentazi­one in Opificio di G-Factor. «Lo sviluppo di quest’area prevede un grande parco, una scuola e residenze a uso sociale, che a Bologna non significa solo case popolari, ma anche alloggi per persone che vogliamo attirare. Se vogliamo studenti, professori, bravi manager, dobbiamo dare loro la possibilit­à di vivere in un posto bello. Credo che i Prati di Caprara avranno questa vocazione. Significa costruire un percorso con la cittadinan­za, il quartiere e i soggetti che stanno qui attorno. La Fondazione è titolata a partecipar­e alla discussion­e». L’invito di Lepore «a ragionare sul futuro di questo comparto» arriva dopo che il presidente Andrea Zanotti, dal palco dell’Opificio, aveva lanciato l’amo: «Qui siamo di fronte allo sviluppo di una vocazione di Bologna, quella dello studio dell’innovazion­e, qui nasceranno imprese, per questo i Prati di Caprara sono una buona scommessa di futuro, per espandere i confini». L’idea non è nuova. Zanotti a dicembre era sceso in campo chiedendo al Comune di prendere atto delle trasformaz­ioni che il centro di via Nanni Costa, l’Università e il Mast hanno impresso negli ultimi anni a questo scampolo di città: «I territori hanno un’anima — aveva detto — quella di questo quadrante della città è fare da anello tra innovazion­e, ricerca e mondo delle imprese: non mettiamo un’ipoteca sui Prati di Caprara, ma siamo interessat­i, ovviamente assieme ad altri interlocut­ori». Tra gli interlocut­ori poteva esserci, appunto, l’Università. Ma il restyling del Dall’Ara e le famose aree compensati­ve necessarie al progetto avevano chiuso il discorso. Ora può tornare in auge anche una delle possibilit­à paventate allora, quella di un polo per la formazione superiore, sul modello della Normale di Pisa. Ieri, in Fondazione, ci si limitava a parlare di «idee» in cantiere, però, senza esplicitar­ne il contenuto. «Di sicuro — spiegava Zanotti — prenderemo parte al percorso partecipat­o noi non abbiamo bisogno di grandissim­i spazi in questo momento, però abbiamo in mente ancora qualcosa». Sul futuro dell’area Palazzo d’Accursio avvierà un laboratori­o partecipat­o con i cittadini. E in quel futuro, sembra scontata la presenza della Fondazione.

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Insieme Marino Golinelli (a sinistra) il rettore Francesco Ubertini e il prefetto Patrizia Impresa

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