«Un bosco temporaneo nella piazza più bella»
Scuola di alta formazione con Golinelli, case a studenti e prof Lepore: è nella nostra vocazione. Zanotti: siamo interessati
Archiviato il progetto della cittadella della moda, il Comune apre alla Fondazione Golinelli per investire sui Prati di Caprara. Lo fa giusto a pochi metri dall’ex area militare, per voce dell’assessore alla Cultura Matteo Lepore, invitato alla presentazione in Opificio di G-Factor. «Lo sviluppo di quest’area prevede un grande parco, una scuola e residenze a uso sociale, che a Bologna non significa solo case popolari, ma anche alloggi per persone che vogliamo attirare. Se vogliamo studenti, professori, bravi manager, dobbiamo dare loro la possibilità di vivere in un posto bello. Credo che i Prati di Caprara avranno questa vocazione. Significa costruire un percorso con la cittadinanza, il quartiere e i soggetti che stanno qui attorno. La Fondazione è titolata a partecipare alla discussione». L’invito di Lepore «a ragionare sul futuro di questo comparto» arriva dopo che il presidente Andrea Zanotti, dal palco dell’Opificio, aveva lanciato l’amo: «Qui siamo di fronte allo sviluppo di una vocazione di Bologna, quella dello studio dell’innovazione, qui nasceranno imprese, per questo i Prati di Caprara sono una buona scommessa di futuro, per espandere i confini». L’idea non è nuova. Zanotti a dicembre era sceso in campo chiedendo al Comune di prendere atto delle trasformazioni che il centro di via Nanni Costa, l’Università e il Mast hanno impresso negli ultimi anni a questo scampolo di città: «I territori hanno un’anima — aveva detto — quella di questo quadrante della città è fare da anello tra innovazione, ricerca e mondo delle imprese: non mettiamo un’ipoteca sui Prati di Caprara, ma siamo interessati, ovviamente assieme ad altri interlocutori». Tra gli interlocutori poteva esserci, appunto, l’Università. Ma il restyling del Dall’Ara e le famose aree compensative necessarie al progetto avevano chiuso il discorso. Ora può tornare in auge anche una delle possibilità paventate allora, quella di un polo per la formazione superiore, sul modello della Normale di Pisa. Ieri, in Fondazione, ci si limitava a parlare di «idee» in cantiere, però, senza esplicitarne il contenuto. «Di sicuro — spiegava Zanotti — prenderemo parte al percorso partecipato noi non abbiamo bisogno di grandissimi spazi in questo momento, però abbiamo in mente ancora qualcosa». Sul futuro dell’area Palazzo d’Accursio avvierà un laboratorio partecipato con i cittadini. E in quel futuro, sembra scontata la presenza della Fondazione.