Il carabiniere ferito rinato a Villa Baruzziana
L’esperienza di un carabiniere diventato disabile dopo un conflitto a fuoco
Èdiventato disabile dopo un conflitto a fuoco. Il carabiniere toscano Roberto Guglielmi ora sta curando una grave depressione a Villa Baruzziana con la Tec. La Terapia elettroconvulsivante.
A pronunciare la parola elettroshock si evocano i tempi in cui questa terapia veniva praticata senza anestesia come è stato rappresentato dal film Qualcuno volò sul nido del cuculo. Oggi si chiama Tec, terapia elettroconvulsivante, e ha perso lo stigma che aveva un tempo. È molto meno utilizzata del passato, ma continua ad esserlo soprattutto per le depressioni gravi per le quali i farmaci non contano più nulla. È il caso di Roberto Gugliemi, 53 anni, carabiniere toscano, inviato attraverso il servizio sanitario nazionale a Villa Baruzziana, uno dei pochi centri in Italia in cui è praticata la Tec, ma l’unica a farla bilateralmente.
«Sono su una sedia a rotelle dal 2011 e arrivare in questa struttura mi ha fatto vedere la luce in fondo al tunnel», racconta. «Sono un carabiniere — confida — e nel 2011 appunto sono rimasto ferito in un conflitto a fuoco. Sono paraplegico a causa di una lesione midollare e ho subito diversi altri interventi. Una situazione difficile a cui si è aggiunta una vicissitudine privata che mi ha portato a una depressione fortissima. I farmaci non contavano più nulla, allora il mio psichiatra, il professor Cassano, professore emerito a Pisa, mi ha mandato a Villa Baruzziana. Ho già fatto tre sedute, dovrò farne altre, e sto molto meglio. Per questo vorrei dire che non bisogna avere paura dell’elettroshock, ci sono tante persone nelle mie condizioni che potrebbero trovare giovamento».
Oggi si fanno molte meno Tec di un tempo. «Seguiamo circa 12 pazienti all’anno, anche da fuori regione — spiega Franco Neri, il direttore sanitario di Villa Baruzziana, struttura privata accreditata —, seguiamo rigidamente le linee guida della Regione, riservando questa terapia solo a determinate persone, in certe condizioni di salute, e per patologie ben definite». In primis la depressione grave, quella con idee suicidarie per intenderci, che è resistente a qualunque tipo di terapia farmacologica. E poi la catatonia e la depressione post partum. «Da inizio anno abbiamo avuto sette pazienti, in media soo dodici all’anno — prosegue Neri —, sono numeri molto calati rispetto al passato perché le terapie farmacologiche sono molto migliorate, per la migliore efficacia e i minori effetti collaterali. Per la rapidità dell’effetto, la Tec è insuperabile».
Ad ogni paziente vengono somministrate da 6 a 10 Tec. «Avviene tutto in anestesia generale — spiega Nicolò Baldini, psichiatra di Villa Baruzziana che si occupa di questa terapia —vengono applicati gli elettrodi su entrambe le parti della testa che danno la scarica elettrica a bassa intensità che dura da 1 a 4 secondi, che provoca una crisi epilettica. Al paziente viene somministrato un farmaco miorilassante e viene monitorato dal punto di vista cardiologico che encefalografico. IL tutto dura 5 minuti».
E dal punto di vista del paziente? «Questa terapia rende più tranquilli, non hai ansia e c’è una stabilizzazione dell’umore — spiega Guglielmi —, l’unico effetto collaterale è la perdita della memoria a breve, ma la riconquisti nel giro di un paio di mesi. Sono venuto da Firenze per curarmi qui, ho meno attacchi di panico e di ansia e so che a breve potrò iniziare una terapia con i farmaci efficace. Vorrei che persone nelle mie condizioni non si abbandonassero alla depressione. La Tec è molto stigmatizzata, invece aiuta molto. Si può uscire dal tunnel della depressione. Sto facendo tutto questo anche per mia figlia, è per lei che sto lottando e i medici a Villa Baruzziana mi stanno aiutando».