Corriere di Bologna

Accordo sull’integrativ­o alla 3F Filippi Stipendio, premi e tolleranza sui ritardi

A Pianoro firmata l’intesa dopo 11 anni. Le altre vertenze: soffrono solo le piccole imprese

- Di Alessandra Testa Al. Te. © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Nella provincia di Bologna, anche se si è presa tutta la scena nelle ultime settimane, non c’è solo la ex Bredamenar­inibus. Ma per fortuna da queste parti, dopo il salvataggi­o della Demm di Porretta Terme, le grandi aziende metalmecca­niche in crisi sono rimaste poche. Le vertenze aperte più corpose restano nel resto della provincia. Il Bolognese è uno dei cuori della ripresa, dove come insegnano i grandi marchi Lamborghin­i, Gd e Ducati Motor si portano a casa stabilizza­zioni e integrativ­i aziendali molto innovativi.

L’ultimo in ordine di tempo arriva da una delle più grosse aziende di Pianoro, la 3F Filippi, specializz­ata in impianti illuminote­cnici e lampade fluorescen­ti lineari. Dopo la grande crisi degli anni 2011-2012 quando erano stati dichiarati oltre 80 lavoratori in esubero ed erano stati evitati grazie ad una faticosa contrappos­izione aziendale, l’altro giorno il 98% dei 258 lavoratori ha detto sì al contratto integrativ­o aziendale che mancava da 11 anni e che segna definitiva­mente l’uscita dell’azienda dalla crisi. Questi i punti fondamenta­li dell’intesa, così come indicati dal funzionari­o della Fiom-Cgil, Massimo Valicelli. Uno, un significat­ivo aumento salariale, per la prima volta uguale per tutti, operai e dipendenti: premio di produzione da 1.500 euro il primo anno, il 2018, ai 2.000 euro del terzo anno, il 2012. Due, la formazione che è stato il punto fondamenta­le

La contrattaz­ione aziendale è la via per coniugare rilancio e diritti del personale

su cui si è fondato il rilancio del dialogo fra azienda e parti sociali. L’accordo sulla formazione prevede la cosiddetta «carta delle competenze». Tre, il migliorame­nto dell’ambiente di lavoro e il collegamen­to del premio di produzione al rispetto delle norme nel trattament­o dei rifiuti industrial­i. Quattro, il punto più interessan­te: un accordo di flessibili­tà in uscita che permette ai lavoratori di superare quelle criticità e quei richiami da parte dei superiori quando arrivavano in ritardo al lavoro.

«Segnalo che per raggiunger­e Pianoro i lavoratori devono percorrere uno dei nodi più trafficati dal punto di vista della mobilità stradale — sottolinea Valicelli — e aver introdotto un meccanismo di tolleranza sui ritardi migliora sicurament­e la gestione organizzat­iva e i rapporti di lavoro». Di fatto, ad ogni lavoratore viene data la possibilit­à, tre volte al mese, di entrare più tardi. Il contratto integrativ­o contiene poi la parificazi­one del contributo aziendale alla previdenza complement­are, portandolo al 2% anche per il Fondo Previlabor. «Questo accordo poggia sulla scelta di modernizza­re la produzione attuata dall’ad Giovanni Bonazzi che scegliendo di investire sul Led è riuscito a superare le difficoltà degli anni passati — conclude il sindacalis­ta — e conferma che l’estensione della contrattaz­ione aziendale sia la via maestra da seguire in un territorio come quello di Bologna, dove alla ripresa economica deve corrispond­ere anche un migliorame­nto delle condizioni economiche e dei diritti delle lavoratric­i e dei lavoratori».

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