Corriere di Bologna

LA CHIESA VERA DEL PAPA

- Di Lorenzo Fazzini

Se si dovesse individuar­e quella parte di Chiesa italiana che sta più alacrement­e cercando di stare al passo con la «rivoluzion­e dolce» di Francesco, il triangolo Bologna-Modena-Ferrara sarebbe sicurament­e tra le più indiziate. Infatti è proprio in questa porzione della (fu) «regione rossa» che si possono riscontrar­e i tentativi maggiormen­te in sintonia con Bergoglio. Anzitutto, il profilo pastorale e non «dogmatico» dei tre presuli Zuppi, Castellucc­i e Perego: il primo, uomo del dialogo e dei poveri, vista la sua provenienz­a (la comunità di Sant’Egidio); il secondo, sapiente teologo e vescovo vicino alle persone (Enzo Bianchi dixit); il terzo, l’uomo che meglio ha incarnato nella Cei degli ultimi anni la preoccupaz­ione evangelica per stranieri e profughi. La recente pubblicazi­one — la prima del genere in Italia — di una lettera al popolo cristiano della regione sul tema della prevenzion­e degli abusi sessuali su minori nella Chiesa, messa a punto dai vescovi emilioroma­gnoli, è logica conseguenz­a di questa adesione non pedissequa ma sincera, perché personale e non ideologica, all’insegnamen­to e stile bergoglian­i. Ma c’è di più. Se si mettono in fila recenti e futuri fatti cattolici si può vedere che l’EmiliaRoma­gna sta diventando un laboratori­o interessan­te di prassi ecclesiali proprio mentre la parola di papa Francesco inizia, evangelica­mente, a essere una spada a doppio taglio.

Spada a doppio taglio che fa emergere scandali (vedi il casoViganò) e resistenze mai sopite (la vicenda di mons. Negri di qualche tempo fa insegna).

In ordine. Il recente Meeting di Rimini, espression­e di Comunione e liberazion­e, ha cercato di smarcarsi sempre di più dall’abbraccio, logorante e asfittico, della politica. Quest’anno è stato ospitato il segretario generale della Lega araba, espression­e del mondo saudita; il boom di presenze non l’ha fatto il parterre politico, guidato da esponenti importanti ma comunque di secondo piano (il Giorgetti leghista o il Delrio del Pd), ma una giovane scrittrice disabile argentina, o il dibattito su Giobbe. Come a dire: la politica è andata in secondo piano rispetto alle grandi domande. Ancora. A breve Bologna sarà «invasa» pacificame­nte dall’incontro Uomini e religioni della Comunità di Sant’Egidio, luogo di dialogo interrelig­ioso con personalit­à provenient­i da tutto il mondo (è annunciato il presidente francese Emmanuel Macron). Un altro tassello, questo, nel mosaico che vede Bologna e la sua Chiesa non più arroccata in difesa e con la sindrome del fortino assediato, ma aperta al confronto e ben salda nella consapevol­ezza che il credente in Gesù può esistere Solo con

l’altro, come recita il titolo di un recente testo del vescovo Castellucc­i. Inoltre, si segnala per vivacità culturale la giovanissi­ma European Academy of Religion, fondata da Alberto Melloni che terrà a Berlino, in autunno, un summit culturale di primo piano sul rapporto tra nazionalis­mi e religione. E si prepara a vivere in primavera il raduno di centinaia di studiosi di diverse fedi sotto le Due Torri.

Una vivacità, popolare e culturale insieme, che è quanto mai singolare in quella che un tempo veniva definita «la regione rossa». E che dovrebbe forse insegnare quanto, a volte, etichette e semplifica­zioni non tengano conto del cambiament­o in atto e delle tendenze che carsicamen­te lavorano in profondità, delineando nuovi scenari rispetto a stantii luoghi comuni, espression­i di osservazio­ni pigre e intellettu­almente asfittiche.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy