Due Agosto, super vertice per accelerare le rogatorie
Summit di tre ore in procura generale con Cafiero De Raho e pm svizzeri Pressing dei magistrati sulle rogatorie. Sentito il figlio di Roberto Calvi
Un summit di tre ore per accelerare sulla pista dei mandanti della strage. In procura generale oltre al pool di magistrati, c’erano il procuratore nazionale antimafia De Raho, in campo nelle indagini, i pm svizzeri e i rappresentanti di Eurojust. L’obiettivo è ottenere dalla Svizzera le ultime carte sul conto di Gelli: i pm hanno individuato movimenti verso alcuni intermediari. Il prossimo step è il passaggio a servizi e ordinovisti.
Un vertice in Procura generale per oliare ingranaggi che si erano inceppati nella collaborazione tra autorità giudiziarie svizzere e italiane e per sollecitare l’invio da Ginevra di documenti fondamentali per il pool di magistrati che sta indagando sui mandanti della strage del 2 Agosto.
Si è tenuto ieri a palazzo Baciocchi tra il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Federico Cafiero De Raho, il pg Ignazio De Francisci e i sostituti Nicola Proto e Umberto Palma, l’avvocato generale Alberto Candi, i rappresentanti di Eurojust, l’organo dell’UE che coordina la cooperazione tra autorità giudiziarie degli Stati membri, tra cui il vicepresidente Filippo Spiezia, i magistrati svizzeri Tizzoni e De Rugias e tutti gli investigatori di Digos, Ros e Finanza. Il procuratore nazionale antimafia De Raho è dunque anche lui in campo: «Abbiamo l’obiettivo di incrociare elementi ed acquisizioni comuni ad altre inchieste sulle stragi, per inserirle in un unico contesto». Non è un mistero il fatto che Bologna abbia acquisito da Palermo le carte sull’omicidio Mattarella.
Un vertice, durato più di tre ore, «su temi delicati» si è limitato a dire De Francisci. È divenuto necessario infatti per accelerare l’invio da parte della Svizzera dei documenti relativi ai conti bancari di Licio
Il piano di lavoro
Si punta a dimostrare il passaggio dei soldi dagli intermediari a servizi e ordinovisti, indagini su incontri e spostamenti
Procuratore antimafia
Con questa indagine abbiamo l’obiettivo di incrociare elementi ed acquisizioni comuni ad altre inchieste sulle stragi, per inserirle in un unico contesto
Gelli, il Venerabile maestro della P2 condannato per depistaggio sulla strage, che la Procura generale ha chiesto tramite rogatoria almeno sette mesi fa e che tardavano ad arrivare. La Procura generale, che quasi un anno fa ha evocato a sé l’inchiesta che la Procura ordinaria aveva archiviato, potrebbe finalmente entrare in possesso di quelle carte e riuscire dopo più di trent’anni a decifrare i versamenti annotati nel famoso «documento Bologna» sequestrato a Gelli nel 1983.
Gli inquirenti hanno ragionevoli certezze di aver individuato del flussi di soldi movimentati dai conti svizzeri e fatti arrivare, tramite intermediari e valigette, a esponenti di Ordine nuovo e servizi segreti deviati, per poi finanziare l’eccidio. Anche il figlio di Roberto Calvi, Carlo, è stato sentito in questi mesi: fu parte offesa nell’inchiesta sulla morte del padre a Londra, per la quale fu indagato a archiviato proprio Gelli. Oltre alle rogatorie in Svizzera ed Uruguay sui conti del Venerabile e dell’altro piduista Umberto Ortolani, vengono passati al setaccio e incrociati tra loro dagli inquirenti, grazie agli strumenti informatici che non esistevano trent’anni fa, una serie di documenti e verbali allegati alla sentenze di altri processi, in primis quella per la strage di Brescia e per il crac del Banco Ambrosiano, nell’ipotesi di un unico disegno eversivo tra le stragi di quegli anni e che anche i soldi del fallimento della banca di Calvi siano stati utilizzati per finanziare i terroristi neri.
Il tassello ancora mancante dell’inchiesta che potrebbe riscrivere una pagina buia della storia d’Italia è la prova del passaggio di quei soldi dalle mani degli intermediari di Gelli a quelle dei Nar, condannati come esecutori materiali della strage. Gli inquirenti studiano spostamenti e voli aerei, per dimostrare contemporanee presenze di persone legate a quei fatti e ai servizi deviati nello stesso luogo e alla stessa ora. Il fascicolo sarebbe già stato arricchito con iscrizioni tecniche di persone che, interrogate, avrebbero mentito su circostanze accertate.