Aitini stuzzica Salvini: «Tocca a lui»
Ambulanti del parco in rivolta. Aitini: tocca al ministro agire
I bastoni li hanno lasciati a casa, anzi sostengono di non averli mai avuti: «Era una provocazione». Di sicuro il gruppo di ambulanti della Montagnola, una trentina circa, che ieri mattina si è ritrovato sotto la statua del Popolano per un sit-in di protesta contro spaccio e degrado nel parco, è riuscito con la provocazione a ottenere un incontro con il questore Gianfranco Bernabei. Dopo la manifestazione di protesta, una delegazione di ambulanti è stata ricevuta in piazza Galilei. «Abbiamo chiesto al questore un presidio fisso nel parco, o quantomeno un gruppo di 4 o 5 poliziotti che girino per la Montagnola» spiega Mauro Rossi. «Abbiamo proposto anche — ha aggiunto il collega Roberto Stampone — che gli agenti siano dotati di un numero Whatsapp per ricevere segnalazioni immediate da noi».
La proposta è maturata in un clima in cui gli ambulanti della piazzola si dicono «esasperati» per gli episodi di spaccio, furti e risse tra pusher che si verificano anche tra i banchi del mercato. Anche se Questura e Prefettura hanno già da tempo messo in atto un piano di controlli straordinario per migliorare la vivibilità del parco. Il comitato di commercianti ieri mattina aveva annunciato una mobilitazione di protesta in cui minacciavano di presentarsi armati di bastoni per cacciare i pusher in una ronda fai date, ma alla fine i bastoni non si sono visti. Gli ambulanti hanno però accompagnato un funzionario di polizia e un ufficiale dei carabinieri a fare un giro per il parco e illustrare i problemi, prima di essere ricevuti in Questura direttamente dal questore. «Ma quando c’è la polizia nel parco — conclude Rossi — i pusher si spostano in via Maroncelli». Ieri mattina le forze dell’ordine hanno messo a segno un secondo blitz dopo quello di giovedì: una trentina le persone identificate, 120 grammi di droga sequestrata, tre denunce per i daspo non rispettati e un decreto di espulsione.
Intanto l’assessore alla sicurezza Alberto Aitini lancia un appello-provocazione: «Ministro Salvini, la città aspetta una risposta. Lo ripeto per l’ennesima volta: io propongo un presidio fisso, costante, interforze, con compiti precisi per ognuno dei soggetti coinvolti, presidio fisso che vuol dire la presenza di agenti tutti i giorni nel parco, che girano a piedi, con la presenza di unità cinofile per controllare dove si nasconde eventualmente la droga. Noi ci siamo, lei al momento no, ma continuiamo a chiederglielo fiduciosi di una risposta». E ha sollecitato anche l’ex prefetto di Bologna, ora nello staff del ministro: «Si faccia magari consigliare dal suo capo di gabinetto, prefetto Piantedosi, che ha ben chiara la situazione perché da prefetto di Bologna ha lavorato tanto con questa Amministrazione».