L’elogio della fuga a partire da Gian Burrasca
Il nuovo corso di Pedagogia della Lettura di Antonio Faeti in San Giorgio in Poggiale
Dove finisce la fuga di Gian Burrasca, il personaggio creato da Vamba, al secolo Luigi Bertelli, a inizio ‘900 e pubblicato sul Giornalino della Domenica? La risposta arriverà dalle 25 lezioni di Antonio Faeti per il suo dodicesimo corso di Pedagogia della Lettura.
«E poi Giannino partì per sempre….» sarà il punto di partenza, il 23 ottobre, per un lungo viaggio, «non eclatante ma di sussurrata eleganza», che andrà avanti sino al 14 maggio 2019. Nella consueta sede di San Giorgio in Poggiale, in via Nazario Sauro 20/2, sempre di martedì dalle 17,30 alle 19,30, con richieste di iscrizione da inviare entro il 23 settembre a corsi.faeti@genusbononiae.it.
Il tema della fuga, che Giannino Stoppani elabora per evitare l’ennesima dose di frustate paterne, è intimamente connesso all’abbandono e alla ricerca dell’ignoto. Argomento, per Faeti, «così vivo e urgente da far sì che nessun mezzo mediatico possa evitare di trattarlo». Ma per interpretare e per capire, a differenza di quanto capitava alla famiglia Stoppani, rimasta attonita dalla fuga del figliolo, i libri restano strumenti ancora efficacissimi. «È un corso felliniano — continua Faeti — con i 25 libri che ho scelto che guardano al momento finale del film I Vitelloni, quando Moraldo va via, parte davvero».
Faeti accetta poi l’invito di Fabio Roversi Monaco, presidente di Genus Bononiae, di curare una pubblicazione futura con le sue presentazioni di questi anni, prima di tornare al nuovo corso. Nel quale si potranno incrociare Le avventure di Tom Sawyer di Mark Twain, l’imprescindibile L’isola del tesoro di Stevenson, sempre caro a Faeti, e Un albero cresce a Brooklyn di Betty Smith, che chiuderà il percorso. Ancora più preziose saranno le scoperte che Faeti estrarrà dal suo forziere, da Padre e figlio di Edmund Gosse, sull’incomprensione totale tra un padre e un figlio, a La freccia nel fianco dell’italo-svizzero Luciano Zuccoli, pubblicato nel 1913 a puntate su La lettura, rivista mensile del Corriere della Sera.
Nel programma Faeti ha anche recuperato autori, come Moravia e Steinbeck, che oggi scontano un certo declino, sfidando le mode letterarie. I libri selezionati si fermano però alla fine degli anni ’60, come se negli ultimi decenni la fuga fosse divenuta sempre più ansimante. Per questo Faeti cita Gozzano, «vicino ai giovani che sbagliano viaggio, e sono tanti», ricorda che «non si viaggia senza i libri».
E cita infine Sant’Agostino: «La vita è come un libro, chi non viaggia legge una pagina sola».