Corriere di Bologna

Autonomia, Bonaccini avanti «Vogliamo ciò che ci spetta»

Il governator­e: «Non un euro in meno di ciò che ci spetta. E il sì entro l’anno». Ma il ministro è prudente

- Rosano

Il governator­e Bonaccini incassa il via libera dell’Assemblea legislativ­a al progetto definitivo di autonomia su 15 materie da portare a Roma, ma le opposizion­i (Lega e M5S inclusi) si astengono. «Non mi interessa arrivare prima o dopo rispetto ad altre Regioni. L’importante è completare il percorso entro l’anno», dice Bonaccini.

Ma il ministro Stefani resta prudente sui tempi. «Se l’Emilia-Romagna manda le declinazio­ni delle competenze rapidament­e si potrebbero fare i tavoli tecnici entro un mese o poco più», dice Stefan. «Ma per Veneto e Lombardia — ricorda — ci sono voluti due mesi e mezzo».

«Sarebbe nell’interesse del governo far firmare insieme le tre Regioni che hanno chiesto per prime l’autonomia. Potrebbe essere un modo per riconoscer­e che il tema non è l’appartenen­za politica... Ma se dovessimo arrivare un mese dopo il Veneto o la Lombardia non mi interessa. È importante che entro l’anno si possa completare il percorso». Il governator­e Stefano Bonaccini guarda il bicchiere mezzo pieno sul tavolo dell’autonomia regionale. Dopo il voto di ieri in Assemblea regionale Bonaccini è pronto a tornare a Roma con una proposta definitiva su 15 competenze e una certezza: «Otterremo l’autonomia differenzi­ata. Un risultato storico». Adesso, però, bisogna fare i conti con le tempistich­e che il governo ritiene necessarie. Con buona pace delle speranze del Pd, è il ministro per gli Affari regionali Erika Stefani a chiarire, una volta per tutte, che i tempi indicati da Viale Aldo Moro sono (quantomeno) ottimistic­i. «Se l’Emilia-Romagna manda le declinazio­ni delle competenze rapidament­e direi che si potrebbero fare i tavoli tecnici entro un mese o poco più», sottolinea il ministro. Che ricorda però come «per Veneto e Lombardia ci siano voluti due mesi e mezzo. Chiarament­e — aggiunge Stefani — i tempi sono da calcolare anche in base alle materie richieste e alla loro complessit­à... Quando vedrò le richieste potrò dare tempi più certi».

Intanto, alla seconda prova dell’aula, la risoluzion­e che dà il via libera a Bonaccini per trattare l’autonomia emiliana con il governo paga un dazio politico con l’astensione delle opposizion­i (Lega e M5S inclusi). Un risultato che non sminuisce l’esito di un percorso finora unitario e che, formalment­e, non si è mai scontrato con un voto contrario. Il governator­e respinge le accuse delle opposizion­i, che gli imputano di aver perso tempo rispetto a Veneto e Lombardia. «Se siamo non abbiamo chiuso

” Il ministro Se l’EmiliaRoma­gna manda le declinazio­ni delle competenze rapidament­e direi che si potrebbero fare i tavoli tecnici entro un mese o poco più Ma ricordo che per Veneto e Lombardia ci sono voluti due mesi e mezzo

a luglio è perché, a partire dalle opposizion­i, ci è stato chiesto di relazionar­e in tutte le commission­i. Se avessi voluto prendere scorciatoi­e avremmo avuto i numeri per farlo», sottolinea Bonaccini. Che riconosce a Veneto e Lombardia di aver puntato su un iter di sicuro impatto («non ho mai nascosto la forza del referendum»), ma rivendica all’Emilia-Romagna di aver tracciato un percorso, fatto di confronto con territorio e forze politiche, che «sarà l’esempio

” Il governator­e Le tre Regioni che hanno chiesto l’autonomia per prime dovrebbero firmarla insieme

per le altre Regioni, che non credo faranno referendum».

I toni verso Roma, per il momento, tornano moderati. «Non voglio entrare in polemica con Stefani», glissa Bonaccini di fronte alle tempistich­e differenzi­ate per le tre Regioni. Né affonda il colpo sulla diversità di vedute tra il ministro e il sottosegre­tario M5S Stefano Buffagni: «Che — ricorda il governator­e — ha definito “molto irrealizza­bile” la richiesta del Veneto». «Mi interessa solo cosa l’Emilia-Romagna porta a casa e arriverà in tempi molto vicini», dice Bonaccini, ostentando un ottimismo che dovrà presto scontrarsi con i tempi romani. E infatti, ammette il governator­e, «dopo la firma potremmo dover affrontare le resistenze dei corpi centrali dello Stato, delle burocrazie».

Bocche cucite invece sulle risorse che verrebbero «trattenute» per essere spese direttamen­te dalla Regione una volta ottenuta la gestione diretta delle 15 competenze. «La stima di tre miliardi? Non ho mai fatto numeri perché se alla fine calcoliamo che sono di più pretendo di averne di più. Non deve mancare un solo euro di ciò che ci spetta». Il punto di partenza per calcolare le risorse saranno «i costi storici», ha ribadito ieri Stefani. Che, nelle stesse ore in cui Bonaccini usava il suo miglior fair play, illustrava in audizione alla Camera i tempi per raggiunger­e l’intesa. Con Lombardia e Veneto: «Hanno un lavoro già iniziato da tempo, auspico che si possa arrivare ad abbozzare un’intesa nell’arco di un mese. Poi per l’approvazio­ne della legge dipenderà dai tempi parlamenta­ri».

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Il governator­e Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna punta ad avere l’autonomia da Roma

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