Volley mondiale Arriva la torcida brasiliana
Lucchetta: «Bologna ha tradizione, il palasport sarà pieno»
Andrea Lucchetta, a Bologna arriveranno Brasile, Belgio, Slovenia ed Australia. Spettacolo assicurato?
«Assolutamente sì, anche sugli spalti. La comunità brasiliana non manca mai e sarà pronta a seguire la propria nazionale, poi c’è Bruno che ha dato tantissimo a Modena prima del trasferimento a Civitanova e molti verranno a seguirlo. In generale non è un Brasile schiacciasassi, il ct Dal Zotto è alle prese con un ricambio generazionale ibrido e credo che i verdeoro siano ampiamente alla portata dell’Italia, per quanto siano la favorita del quartetto di Bologna».
Dalle altre tre squadre cosa si aspetta?
«L’Australia è molto giovane e quindi soggetta ad alti e bassi, il Belgio del ct Anastasi lo abbiamo battuto giocando con buona intensità e deve ancora trovare continuità mentre anche per la Slovenia penso arriverà qualche appassionato da Modena vista la presenza di Urnaut. In generale ci sarà la chance di vedere grandissime squadre, anche in assenza dell’Italia».
A Bologna manca da tempo un club di alto livello, ma la passione è sempre viva.
«È bello che la pallavolo arrivi in pieno centro città e lo faccia nello stesso weekend della Race for the Cure, che sarà ai Giardini Margherita: abbiamo portato la Coppa del Mondo alla tappa di Roma a maggio per dare un messaggio forte e saremo anche lì con i progetti di avviamento al gioco SpikeBall e Volley S3. A Firenze e Bari i palazzetti sono andati soldout e spero che sarà così anche per il PalaDozza, che è un impianto perfetto per vivere al meglio una partita».
Quanto aiuta la promozione della pallavolo un simile appuntamento?
«Stiamo ottenendo numeri straordinari, su Rai2 le partite viaggiano a 2 milioni di spettatori, cifre da finale olimpica. In generale sto vedendo famiglie e bambini che si divertono nei palazzetti, è una cassa di risonanza straordinaria per un movimento comunque in salute, visto che ad esempio la federazione femminile è prima al mondo per tesserate».
L’ItalVolley ha grandi personaggi, oltre che campioni. È quello che manca al calcio?
«Forse ne ha fin troppi ma i vari Zaytsev, Lanza e Juantorena appassionano. E dopo ciò che è accaduto nel calcio, in cui c’è poco senso di appartenenza e l’appuntamento non è stato onorato al meglio, questo viene vissuto come il Mondiale degli italiani». Cos’è per lei il PalaDozza? «Ci ho giocato finali scudetto e partite con la Nazionale, ma l’ho vissuto anche da genitore accompagnando mio figlio cestista alle partite contro la Fortitudo quando giocava a Reggio Emilia. Basta scendere negli spogliatoi per capire che ti trovi in un vero tempio dello sport che visse anche lo scudetto della Zinella del grande Nerio Zanetti. Proprio ieri, passeggiando in centro per Bologna, mi ha fermato un appassionato di pallavolo e abbiamo parlato di quei tempi».
Cosa non dovranno assolutamente perdersi i bolognesi?
«Le coreografie, lo spettacolo. Andate in Piazza Azzarita, lasciate fuori dal palazzo i freni inibitori e godetevi tutto, dai jingle alle giocate: sarà davvero una grande festa».