In Ducati «a domicilio» Debutta il lavoro smart
Intesa sul lavoro da casa per 5 giorni. L’azienda: meno vincoli e fiducia ai dipendenti
«Fiducia dell’azienda nei confronti dei propri dipendenti, ottime relazioni sindacali e, soprattutto, abbattimento di tutti quei vincoli novecenteschi che ostacolavano la conciliazione dei tempi di vita con quelli di lavoro». La racconta così, con il sorriso sulle labbra, il direttore delle risorse umane Luigi Torlai la sperimentazione sullo smart working in partenza da ottobre alla Ducati Motor. Sui 1200 lavoratori, saranno potenzialmente interessati circa 650 addetti, tutti impiegati che dovranno però aderire volontariamente alla possibilità di svolgere le proprie mansioni lavorative al di fuori dei locali aziendali. Cinque giorni al mese, uno alla settimana.
È questo il cuore dell’intesa appena raggiunta tra le organizzazioni sindacali unitarie, Fiom, Fim e Uil, e l’azienda di via Cavalieri Ducati. Il lavoro flessibile in Ducati Motor rappresenta, di fatto, un assaggio di quello che entro la fine dell’anno sarà il nuovo integrativo aziendale, scaduto lo scorso marzo e al centro da mesi di un confronto fra le parti. «Sono già un centinaio i lavoratori che hanno palesato la propria intenzione di aderire alla sperimentazione, — informa Bruna Rossetti della rsu Fiom — Sono soprattutto donne, che rappresentano il 19% della forza lavoro. Si proverà per tre mesi, coinvolgendo inizialmente due lavoratori per comparto nella speranza, una volta valutati pregi e criticità, di far diventare il lavoro agile una prassi per chiunque voglia svolgere i propri impegni da casa a partire dal nuovo anno». Al momento restano fuori dallo smart working gli operai, circa 550, perché — come ci tiene a sottolineare Torlai — è più difficile prevedere un distacco dalle linee di montaggio in un’azienda in cui la produzione è continua. «È comunque nostra intenzione — anticipa — trovare formule di flessibilità in ingresso o in uscita anche per loro».
Da ottobre, insomma, saranno 60, massimo 100, gli impiegati smart. Poi si vedrà. Da qui alla fine di settembre, invece, si raccoglieranno prima le adesioni e poi si terranno una serie di incontri formativi per spiegare come si svolgerà la sperimentazione ai lavoratori interessati e definire l’organizzazione dei turni in base alle esigenze dei dipendenti e della direzione aziendale. Esprimono grande soddisfazione per l’accordo raggiunto anche i segretari generali dei tre sindacati bolognesi. «Il lavoro agile era una delle richieste contenute nella piattaforma per il rinnovo del contratto aziendale presentata lo scorso giugno — dichiarano Michele Bulgarelli (Fiom-Cgil), Marino Mazzini (Fim-Cisl) e Luigi Zanini (Uilm-Uil) — L’attivazione della sperimentazione da ottobre a dicembre permetterà di valutare eventuali miglioramenti da inserire nel testo definitivo del contratto di secondo livello». Portato a casa questo primo pilastro dell’integrativo, restano da discutere il premio di risultato, che Torlai assicura sarà in linea con quello dello scorso contratto, e la parte normativa.