Corriere di Bologna

Montagnola, tutti i dubbi del Comune

Nuove richieste su vie di fuga e telecamere «Presidio non risolutivo, meglio quello fisso»

- Gianluca Rotondi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il nuovo presidio anti pusher deciso ieri in Prefettura non convince il Comune: «Non è risolutivo, serviva quello fisso». Il prefetto ha chiesto poi al Comune di valutare la chiusura di alcuni accessi, ridurre di un’ora l’apertura e mettere più telecamere.

” Il Comune È un inizio, magari può essere anche un buon inizio, andranno valutati i risultati, ma così non è risolutivo e non corrispond­e alle richieste da noi fatte

La Montagnola prova a cambiare verso. Nel comitato dell’ordine pubblico e la sicurezza che si è tenuto ieri in Prefettura, alla presenza dei vertici delle forze dell’ordine e dell’assessore alla Sicurezza Alberto Aitini, è stato ufficializ­zato il nuovo dispositiv­o messo in campo dal questore Gianfranco Bernabei per provare a risolvere una volta per tutte il problema dello spaccio in quel delicato fazzoletto di città.

È stato confermato l’utilizzo di pattuglie automontat­e miste all’interno del parco con l’ausilio dei militari già impiegati in città nello schema «Strade sicure»: una camionetta dell’Esercito pattuglier­à l’area insieme a Volanti della polizia e Gazzelle dei carabinier­i che verranno impiegate a seconda dei turni. Il presidio dinamico inizierà la mattina alle 8 e terminerà la sera alle 20. È previsto inoltre un aumento dei passaggi delle forze dell’ordine all’esterno, nel perimetro del parco, e l’impiego dei cosiddetti «pattuglion­i» straordina­ri con cadenza regolare per mettere ulteriore pressione sui pusher.

Il nuovo schema potrebbe debuttare già questo finesettim­ana. Nel vertice presieduto dal prefetto Patrizia Impresa si è parlato anche di altre misure che potrebbero facilitare il lavoro delle forze dell’ordine. Il prefetto ha chiesto al Comune di valutare l’eventuale chiusura di qualcuno degli otto varchi, alcuni dei quali multipli come quelli di via Irnerio, di accesso al parco. Ingressi che per chi deve garantire l’ordine pubblico rappresent­ano soprattutt­o vie di fuga per gli spacciator­i che non facilitano un controllo capillare dell’area. Al tempo stesso al tavolo si è discusso di altri due temi di stretta competenza di Palazzo d’Accursio sui quali Impresa ha chiesto di fare una valutazion­e: la possibilit­à di chiudere il parco alle 20, quando termina il servizio, e non alle 21 come prevede l’orario invernale in vigore da fine settembre, e l’eventualit­à di potenziare il servizio di videosorve­glianza che al momento conta una decina di telecamere. Poche, per monitorare un’area molto vasta.

Quello deciso in Prefettura non è dunque il modello auspicato in questi mesi dall’assessore Aitini e dal sindaco Virginio Merola, che avevano chiesto a più riprese un presidio fisso delle forze dell’ordine h24 con l’ausilio delle unità cinofile in appoggio alla polizia municipale, al momento la «forza» maggiormen­te impiegata nel parco, oltre a misure ad hoc nei giorni di mercato. Non stupisce dunque che il Comune resti alla finestra, dubbioso sull’efficacia del nuovo schema. Naturalmen­te da Palazzo d’Accursio fanno sapere che valuterann­o i suggerimen­ti messi sul tavolo dal prefetto per quanto attiene a varchi, orario di chiusura e nuove telecamere, ma al tempo stesso l’amministra­zione

Il prefetto ha chiesto di valutare la chiusura di qualche varco, vie di fuga per i pusher

resta scettica sul modello adottato: «È un inizio, magari può essere anche un buon inizio, andranno valutati i risultati. Ma così come è stato concepito non è risolutivo e non corrispond­e alle richieste fatte».

Dunque tanti dubbi da parte del Comune che sulla Montagnola ha definitiva­mente cambiato rotta, dopo anni in cui le opposizion­i (isolate) chiedevano un presidio fisso mai arrivato. Un altro tema sollevato dal Comune si lega al timore che il nuovo dispositiv­o possa sguarnire altre zone calde della città. La richiesta di base resta sempre quella di garantire più agenti a Bologna. Il ministro Salvini si è impegnato a farlo. Lo aspettano al varco.

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