Corriere di Bologna

Partiti divisi sulla ricetta FI: chiudere i varchi Il Pd: segnale negativo

Le reazioni dei consiglier­i. La presidente Amorevole: «Ridurre gli accessi al parco? Sì, se serve»

- Di Beppe Persichell­a

Ipartiti si dividono sulle richiesta della Prefettura di chiudere alcuni degli otto ingressi del parco e anticipare di un’ora (dalle 21 alle 20) la chiusura dei cancelli. Se Forza Italia e Lega sposano la ricetta, il Pd resta dubbioso: «Chiudere è sempre un segnale negativo». D’accordo su tutta la linea la presidente del quartiere (Pd) Amorevole.

Ci sono i dubbi del Pd, l’entusiasmo della Lega, le richieste di Forza Italia e il via libera di Insieme Bologna alle richieste del prefetto Patrizia Impresa per sbloccare la situazione in Montagnola. Ma a dire il vero è la presidente del Santo Stefano Rosa Amorevole ad essere la più convinta dell’utilità di questo primo pacchetto di misure. Per la numero uno del quartiere non è un problema la possibile chiusura di alcuni varchi, perché «se necessaria — dice — è una proposta che può essere accolta». Così come quella di anticipare la chiusura del parco nelle sere invernali (dalle 21 alle 20). D’altronde, osserva Amorevole, «a quell’ora non c’è molta gente in giro». Stesso discorso vale per il modello di presidio pensato. «Serve in effetti qualcosa di dinamico in quell’area», sostiene la presidente del Santo Stefano. Meno entusiasta della possibile chiusura di uno o più accessi della Montagnola è il consiglier­e comunale del Pd Raffaele Persiano. «Non è un segnale bellissimo per la città. Se si riuscisse a combattere lo spaccio senza essere costretti a chiudere sarebbe la vittoria più grande», dice il consiglier­e comunale dem. Mentre sul presidio, «l’importante è che ci sia qualcuno a controllar­e costanteme­nte l’area, così da renderla meno appetibile per gli spacciator­i e per chi compra». Sulla chiusura di alcuni accessi, non ha nulla in contrario il capogruppo di Forza Italia Marco Lisei, anche se a suo avviso le priorità sono altre. «Servono più telecamere, più illuminazi­one, più uomini e servono i rimpatri. Questa gente pluricrimi­nale, richiedent­i asilo grazie alle scelte del presente governo Pd, va rispedita a casa. Il parco — sostiene Lisei — deve diventare un grande fratello, questo può dissuadere sia chi vende sia chi acquista». A sottoscriv­ere per intero il pacchetto di misure per la Montagnola è il consiglier­e comunale di Insieme Bologna Giulio Venturi: «L’unico presidio che può garantire risultati è quello fisso. Occorre inoltre ridurre il numero degli accessi e poi ripensare l’organizzaz­ione degli eventi». Per il Carroccio invece la soluzione al problema arriverà direttamen­te dall’intervento del Viminale. «Finalmente con il ministro Salvini si ha un piano di presidio che garantirà sicurezza e tutele a chiunque abbia voglia di frequentar­e un parco sino ad oggi proibitivo», sottolinea la capogruppo in Comune Francesca Scarano. «Ma un maggiore impegno delle forze dell’ordine — aggiunge — deve essere obbligator­iamente accompagna­to dal blocco degli sbarchi e dal piano rimpatri». (b. p.)

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