Il sistema Emilia fa blocco «Avanti con l’autonomia»
Ferrari (Confindustria): «Alle imprese servono regole chiare in cui agire» Veronesi (Cna): «La coesione pagherà»
Le categorie economiche si schierano compatte sul regionalismo differenziato.
È un blocco unito e granitico, quello che spinge verso l’autonomia della Regione Emilia-Romagna. Tutte le categorie economiche sedute al tavolo per il Patto per il Lavoro, da Confindustria fino a Coldiretti, plaudono all’accelerazione sull’autonomia regionale dopo il via libera dell’Assemblea legislativa al progetto definitivo su 15 competenze da portare ora a Roma e su cui incassare l’ok per quello che la ministra degli Affari regionali, Erika Stefani, definisce regionalismo differenziato. Tra le 15 competenze, quelle che interessano maggiormente le associazioni datoriali sono le stesse caldeggiate dal Patto per il Lavoro: internazionalizzazione, ricerca e innovazione, politiche per il lavoro, rapporti con la Ue e, soprattutto, un alleggerimento della burocrazia.
«Come Confindustria — ricorda il presidente regionale Pietro Ferrari — abbiamo condiviso la scelta della Regione di intraprendere il percorso di autonomia differenziata». L’obiettivo degli industriali «è rafforzare la competitività del territorio e favorire la crescita economica, così da creare nuova occupazione, in un contesto di forte semplificazione burocratica». In un territorio che, insieme a Veneto e Lombardia, rappresenta una delle locomotive che traina la ripresa. «L’Emilia-Romagna ha dimostrato di avere tutte le carte in regola — precisa Ferrari — per ambire ad una maggiore autonomia in termini legislativi, amministrativi e finanziari». Ferrari riporta anche la preoccupazione condivisa dalla maggior parte degli imprenditori e cioè il rischio che più autonomia possa determinare scompensi competitivi a causa di una prolificazione normativa differenziata da territorio a territorio. Ferrari resta realista: «C’è ancora un lungo percorso da compiere — analizza — Mi auguro che si terrà in considerazione la necessità delle imprese di avere un quadro chiaro di regole entro cui operare». Come a dire: gli industriali non sono interessati alla gara di chi arriva prima all’autonomia, ma a contenuti e risultati. «Occorre — conclude — che questi percorsi avvengano in un quadro generale di tenuta dei conti pubblici».
Molto più conciso sul regionalismo differenziato che verrà il numero uno della Camera di Commercio, Valerio Veronesi: «È un’autonomia che non libera dalle regole, ma le rafforza — sottolinea — soprattutto se si considera che si va nella direzione di un sistema territoriale forte e coeso quale siamo».
Anche Enrico Postacchini, presidente regionale di Confcommercio, punta sull’iter condiviso da tutte le parti sedute
Monti di Legacoop Consentirà di consolidare la crescita, creare sviluppo e buona occupazione, aumentando l’attrattività della regione, continuando a potenziare e innovare il welfare e a incentivare gli investimenti produttivi
al tavolo del Patto per il lavoro: «È un percorso che abbiamo condiviso in blocco sin dall’inizio — è la sua considerazione — e, se sarà, è un ottimo risultato che sta a cuore a tutti, ottenuto senza clamore a dimostrazione della nostra serietà e compattezza». Tra i vantaggi che Postacchini identifica per il commercio, la fiscalità differenziata: «Servono risposte certe alle Comunità montane e alle aree più periferiche». Altro capitolo: l’ottimizzazione dei processi, le tutele del lavoro «che credo sia più giusto vengano sottolineate dai sindacati» , l’innovazione 4.0 e «la rispondenza dei bandi per allocare le risorse alle vere esigenze delle imprese». «Ci rallegriamo che il percorso possa concludersi, stando a quanto dichiarato dalla ministra Stefani, entro l’anno — aggiunge il numero uno di Legacoop Emilia-Romagna, Giovanni Monti che
” Postacchini (Ascom) Sarà un ottimo risultato, ottenuto senza clamore a dimostrazione della nostra serietà e compattezza
vede nel Patto per il Lavoro la sede più opportuna per entrare nel merito del trasferimento di funzioni — Ciò consentirà di consolidare la crescita, creare sviluppo e buona occupazione, aumentando l’attrattività della regione, continuando a potenziare e innovare il welfare e a incentivare gli investimenti produttivi». Infine, il placet del mondo dell’agricoltura soprattutto dopo che fra le competenze che la Regione si vuole prendere in capo è stata introdotta la tutela della fauna e della caccia che si tradurrebbe nella maggiore possibilità di controllare e limitare i danni ai raccolti. Ai confronti del Tavolo per il Lavoro per Coldiretti regionale c’era il responsabile dell’ufficio legislativo Alessandro Ghetti: «Siamo una regione avanzata e abbiamo bisogno innanzitutto di ridurre il peso della burocrazia».