Sette giorni da creativi Notte bianca in Mobike
Bologna Design Week Dal 25 al 29 settembre il fuori salone del Cersaie con un centinaio tra incontri, mostre e notte bianca con le Mobike. La vetrina delle aziende è a Corte Isolani
Più di cento appuntamenti nel centro storico che si fa vetrina delle soluzioni creative delle nostre imprese. Il fuori salone del Cersaie, nella settimana dal 25 al 29 settembre prende il via dalla mostra delle luci di Mario Nanni alla Palazzina dell’Esprit Nouveau. Gli atelier si mettono in mostra a Palazzo Isolani mentre durante la Notte Bianca si girerà fra le mostre in Mobike.
Il fuori salone dentro la città. In partnership con il Cersaie, per il quarto anno consecutivo Bologna Design Week dal 25 al 29 settembre intende offrire una panoramica ampia e variegata del mondo della progettazione e della produzione del design nel nostro territorio.
Il centro storico pulserà per 5 giorni intorno agli oltre 100 eventi che si consumeranno in tantissimi luoghi sia pubblici sia privati. È l’altra fiera, sotto il cielo e le nuvole, libera e social (sull’app BDW2018 e sul web il programma completo e le mappe), fra gallerie d’arte, teatri, palazzi senatoriali, monumenti, piazze, musei, showroom, bar e negozi. Senza biglietto, con lo sguardo attento per cogliere novità e curiosità. È un po’ lo spirito di BDW, firmata da Elena Vai, Enrico Maria Pastorello e da You Tool, che dialoga con gli autori e gli industriali del design, ma anche con la città.
BDW inizia oggi con la mostra «Ascolta, si fa luce» di Mario Nanni nella palazzina Esprit Nouveau di Le Corbusier, «un esempio magistrale per l’uso della luce naturale come materiale da costruzione, per progettare geometrie, curve, volumi, invenzioni spaziali e il colore», dice il romagnolo maestro della luce che in costante dialogo con gli spazi dell’Esprit espone diversi sui lavori e curerà l’illuminazione esterna e notturna del padiglione. Una partenza importante con un hub periferico e simbolico, di fronte alla Fiera, per raggiungere poi i centri nevralgici del centro come Galleria Cavour con un set dell’ampia mostra «The sound of design» presente al Cersaie. Confermati gli allestimenti degli espositori a Palazzo Isolani nelle settecentesche sale, ma anche nelle cantine dove ci sarà una mostra curata dall’ordine degli architetti, una tavola rotonda sulla rivista Plan e dei talk tematici con progettisti e creativi.Immagini d’epoca sul design e l’architettura provenienti dalla Cineteca formeranno una prima Mappa creativa della città.
Sarà coinvolto anche il Teatro Comunale col suo foyer dove il 29 settembre saranno esposti suppellettili e scenografie vintage emerse dagli archivi. Un’altra location è la chiesa sconsacrata di Santa Maria della Neve, con prodotti, simposi, contest e presentazioni, il tutto sotto l’hashtag #(Q)TLFDP ovvero Quasi tutte le forme del pelo. All’Accademia delle Belle Arti la mostra fotografica «Criminis Imago» sugli anni di piombo a Bologna curata da Genus Bononiae grazie all’archivio Paolo Ferrari, mentre alle Scuderie di Piazza Verdi un evento food e uno sguardo sul design delle mense nelle grandi industrie del 1900. C’è anche la Ve- lostazione Dynamo con il progetto Esprit du Velò: concerti, spettacoli circensi, mostre e incontri per un futuro sempre più a due ruote. E nella notte bianca di BDW, la «Design night» di mercoledì 26 settembre, ci sarà una tour cittadino con Mobike.Tantissime le realtà produttrici bolognesi coinvolte che nei vari spazi presentano progetti ad hoc realizzati con Università, Accademie, scuole e corsi di design. Colonna sonora degli hub di BDW a cura dell’etichetta bolognese Irma Records che compie 30 anni.
Esordisce inoltre un nuovo distretto del design, via Marsala, con proposte nei palazzi, giardini, terrazze e ancora archivi, quadrerie e biblioteche aperte al pubblico, mentre escono dalle mappe cittadine (e quindi anche da BDW) due eccellenze cittadine, il negozio Gavina-Scarpa di via Altabella e l’atelier Corradi di via Rizzoli: le proprietà (private) non intendono (più) condividerle con il pubblico, almeno per ora «Le istituzioni potrebbero mappare il patrimonio cittadino e trovare nel caso delle soluzioni di salvaguardia», dicono insieme Mario Nanni e Massimo Iosa Ghini, con l’architetto designer infine poco convinto del bosco urbano di piazza Santo Stefano, «gli alberi stanno bene al loro posto, piantati per terra e non nei vasi» e un po’ di più sui Prati di Caprara, «è molto molto grande per tenerlo tutto a verde, c’è spazio anche per realizzare qualcosa».