Corriere di Bologna

Pd, trasloco choc nel circolo simbolo In Bolognina l’ultimo strappo dem

Scintille tra il presidente, il partito e l’immobiliar­e ex Ds. Che si difende: solo un disguido

- Rosano

Trasloco «forzato» al circolo del Pd in Bolognina, dove i volontari hanno trovato la sede smontata e gli oggetti accatastat­i nelle sale più piccole. «Un disguido», dice la Fondazione Duemila, che gestisce gli immobili ex Ds e lì avrà la sua sede. Ma i rapporti col Pd (in debito) sono tesi.

” Oliva Il quadro di Berlinguer l’ho trovato, qui c’è il Lenin piccolo, ma quello di 35 chili dov’è finito?

«Il quadro di Berlinguer l’ho trovato. Qui c’è il Lenin piccolo. Ma quello grande da 35 chili dov’è finito?». Il segretario del circolo del Pd Bolognina, Mario Oliva, cammina tra scatoloni, sedie ammassate e simboli del Partitone che fu, accatastat­i in tre stanzette al numero 4 di piazza dell’Unità. «La vede questa? È la bandiere del Pds firmata da Occhetto qualche anno dopo la Svolta della Bolognina. L’hanno staccata e buttata in un angolo». Il resto del circolo non è messo meglio: sembra un cantiere. Anzi, è un cantiere. Colpa dei lavori avviati senza preavviso dall’Immobiliar­e Porta Castello controllat­a dalla Fondazione Duemila, la cassaforte che gestisce il patrimonio degli ex Ds. «Solo un disguido», dicono dalla società. «Quello che è accaduto è inaccettab­ile», dice Via Rivani. Mentre sullo sfondo resta il braccio di ferro sul debito del Pd nei confronti della Fondazione per l’affitto delle sedi (almeno un milione). Di cui si tornerà a parlare una volta per tutte in un vertice convocato per mercoledì.

La sala dove Occhetto annunciò la svolta che cambiò per sempre i destini della sinistra italiana ospita da qualche anno una parrucchie­ria cinese, duecento metri più in là. Ma è qui, nella sede del circolo Bolognina, che insieme a tessere e cimeli del Pci-Pds-DsPd si custodisce la memoria di quel giorno. Ironia della sorta: la targa che commemora la svolta è l’unica sopravviss­uto allo sgombero forzato subito l’altro ieri dal circolo. Ad accorgerse­ne mercoledì è stato un volontario che ha chiamato subito il segretario. Scatenando una reazione a catena che ha coinvolto anche la Digos, prima che non diventasse palese che a smontare gran parte del circolo, spaccare la pavimentaz­ione e accatastar­e tutto nelle salette posteriori era stato chi aveva le chiavi. La proprietà. «Da mesi stavamo discutendo del trasloco nella parte più piccola del circolo. Avevamo quasi completato l’accordo e invece hanno spaccato e smontato tutto senza dirci niente», si sfoga Oliva. «Meno male che sono riuscito a ritrovare le tessere — aggiunge —, lì ci sono dati sensibili». Le facce dei volontari che stanno con lui sono tirate, qualcuno ha gli occhi lucidi. Rabbia o tristezza, è difficile dirlo. «Abbiamo toccato il fondo dell’intelligen­za politica. Sabato abbiamo in programma la tombola — si sfoga Luigi Angeletti — scrivetelo sul giornale che non la possiamo fare, così evitiamo che qualche anziano arrivi fin qui per niente». Qualcun altro è più diretto. «Ma Via Rivani che fa? Ci parlano con quelli della Fondazione?». «Ci sentiamo abbandonat­i dalla Federazion­e», scrive il circolo nel primo pomeriggio su Facebook, prima che arrivino le telefonate del vicesegret­ario Luigi Tosiani e del responsabi­le organizzaz­ione e tesseramen­to Carmine Casella.

«Quanto accaduto è inaccettab­ile — accusa Casella — intervenir­e senza preavviso, nel bel mezzo di una contrattaz­ione, è sbagliato e controprod­ucente. Serve rispetto verso tutti gli iscritti e i volontari. Il tema del rapporto tra il Pd e i proprietar­i delle nostre sedi merita una riflession­e non più rinviabile». La Fondazione e l’immobiliar­e provano a spegnere le polemiche. «C’è stato un malinteso — dice Mauro Roda, ex tesoriere del partito e oggi presidente della

Via Rivani

La Federazion­e attacca: «Inaccettab­ile intervenir­e senza preavviso»

Fondazione Duemila —, ma bisogna comunque fare dei lavori per mettere a posto quei locali, che diventeran­no la sede della Fondazione». Roberto Brunelli, presidente dell’immobiliar­e, chiede scusa e parla di «difetto di comunicazi­one. Sarà nostra cura nel più breve tempo possibile ripristina­re il normale utilizzo della sala». L’impression­e di molti, però, è che il circolo sia finito stritolato dal muro contro muro sul debito da oltre un milione che il partito ha verso la Fondazione per l’affitto di sedi e circoli. Una cifra da ridiscuter­e, secondo Via Rivani, visto che non terrebbe conto di lavori e investimen­ti fatti. Mercoledì Pd e Fondazione si incontrera­nno per cercare un accordo. Il segretario del circolo Bolognina, intanto, non molla: «Chiederò indietro anche i mancati introiti della tombola».

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 ??  ?? Le immagini Il circolo come si presentava ieri, il presidente Mario Oliva e la bandiera firmata da Achille Occhetto, una statuetta di Lenin e gli spazi liberati
Le immagini Il circolo come si presentava ieri, il presidente Mario Oliva e la bandiera firmata da Achille Occhetto, una statuetta di Lenin e gli spazi liberati
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