Di Maio: «Salveremo la ex Breda»
Il ministro del Lavoro: «Le imprese vere non avranno problemi con il decreto Dignità»
«Stiamo lavorando senza sosta per salvare la ex Breda, è un’azienda che ha commesse per la costruzione di mille autobus». In queste ore difficili il vicepremier e ministro del Lavoro Luigi di Maio in un’intervista al Corriere di Bologna conferma che le cose finiranno bene.
« La manifestazione d’interesse di Fs tramite la sua controllata Busitalia, arrivata la scorsa settimana, è uno spiraglio concreto per garantire un futuro all’azienda. Noi vogliamo salvare l’azienda. Ce la faremo».
In missione istituzionale in Cina, il vicepremier Luigi Di Maio parla delle sfide nei territori. Le relazioni con gli imprenditori, soprattutto nel Nord più produttivo e ricco, la necessità di contendere il bacino elettorale alla Lega, la crisi dell’ex Breda (Industria Italiana Autobus), sono tutte questione aperte.
Nei prossimi giorni lei inizierà una serie di incontri che la porteranno anche al Nord. In Emilia, ma anche Veneto e Trentino-Alto Adige, c’è molta attesa nella classe imprenditoriale. Chi incontrerà e quali proposte avanzerà agli imprenditori dei nostri territori?
«Voglio tornare quanto prima dai numerosissimi imprenditori e dalle associazioni di categoria che ho incontrato prima e durante la campagna elettorale. Con loro abbiamo avviato dialoghi che già nelle prime settimane di questo governo sono diventati progetti operativi. Incontrerò anche gli imprenditori che non ho mai avuto il piacere di conoscere e che mi hanno invitato a visitare le loro realtà, le tante piccole e medie imprese che, come ho ribadito durante il mio viaggio in Cina, volto a promuovere il nostro Made in Italy e ad allargare gli orizzonti dei nostri rapporti commerciali, sono la colonna vertebrale del Paese. L’obiettivo è mantenere un dialogo costante con il mondo delle imprese. Aiutare i nostri imprenditori significa mettere in campo azioni mirate che puntino alla sburocratizzazione e alla semplificazione. Sì, perché c’è stato un periodo, in Italia, in cui per combattere la corruzione si sono complicate le leggi. Questo ovviamente ha reso la vita delle nostre imprese impossibile, facendo scappare gli investitori. Vogliamo voltare pagina con il passato e lo faremo a partire dal pacchetto “decertificazione” che eliminerà
” Voglio tornare quanto prima dai numerosissimi imprenditori e dalle associazioni di categoria che ho incontrato prima e durante la campagna elettorale C’è stato un periodo, in Italia, in cui per combattere la corruzione si sono complicate le leggi: con il pacchetto decertificazione che stiamo approntando puntiamo a semplificare la vita alle aziende
una serie di certificazioni inutili, e dalla semplificazione che riguarderà il codice degli appalti e le 140 leggi incomprensibili sul lavoro che riuniremo in un testo unico. Puntiamo a investimenti per creare crescita, non deflazione. Per le fasce sociali più deboli, invece, il reddito di cittadinanza resta la nostra priorità. E tengo a ribadirlo: si tratta di una vera e propria misura strutturale, non assistenziale, che produrrà effetti positivi per l’economia sia dal lato della domanda che dal lato dell’offerta. Consentirà di professionalizzare i lavoratori attualmente inattivi così da reinserirli nel mondo del lavoro».
Alle ultime elezioni, quelle del 4 marzo, il Movimento 5 stelle ha ricevuto un forte apprezzamento al centro e al
” L’aumento dei voti rispetto alle scorse Politiche proprio in regioni come l’EmiliaRomagna segna un trend positivo per il M5S
Sud. Nel Nord ha prevalso la coalizione di centrodestra e la Lega. Il risultato è stato comunque incentivante: 27,5% in Emilia-Romagna (26,2% nella circoscrizione di Bologna), il 25% in Veneto, il 19,5% in Trentino-Alto Adige. Come pensa di poter incrementare il consenso in questi territori?
«Siamo l’unica forza politica ad avere ottenuto un consenso ampio e omogeneo ovunque e, al di là delle fisiologiche fluttuazioni nelle varie regioni, siamo cresciuti anche nel Nord Italia. L’aumento dei voti rispetto alle scorse politiche proprio in regioni come l’Emilia-Romagna, il Veneto e il Trentino-Alto Adige segna un trend positivo per il M5S che tuttora riscontriamo incontrando cittadini e imprenditori. Il nostro obiettivo, a livello locale e nazionale, è continuare a dare risposte concrete, mantenendo le promesse fatte in campagna elettorale. Sembra un fatto straordinario mentre per noi è la normalità. Con il governo del cambiamento la difesa dei diritti dei lavoratori si sposa con il sostegno alle imprese, realtà che finalmente trovano uno Stato amico e non vessatore».
Il Decreto Dignità, che porta la sua firma, ha ricevuto molte critiche dalle associazioni imprenditoriali di queste regioni. Poi gli imprenditori hanno teso una mano al governo impregnato nella legge finanziaria. Che cosa vorrebbe dire alle imprese dei territori più produttivi del Paese?
«Il decreto Dignità non è contro le imprese, è una misura che mette un freno alla deriva dell’utilizzo dei contratti a tempo determinato. I contratti di un giorno, una settimana o di qualche mese mortificano i lavoratori, ma nemmeno aiutano le imprese. Quelle che realmente investono sui lavoratori non avranno problemi a uniformarsi alla nuova normativa. Voglio sottolineare che questo governo è ben consapevole dell’importanza del mondo imprenditoriale per lo sviluppo del Paese. Opereremo anche sul costo del lavoro per favorire le assunzioni a tempo indeterminato. Ho apprezzato l’apertura del presidente Zoppas, della Confindustria veneta, noi siamo pronti a confrontarci, come abbiamo sempre fatto con tutti. Ribadisco che non siamo contro l’imprese, siamo per chi cre-
sce e genera ricchezza tutelando il lavoro».
A proposito di imprese, qui a Bologna prosegue la situazione di profonda difficoltà dell’ex Breda. Si è parlato di una soluzione pubblica. Lei si è messo in gioco su questo fronte, quale strategia pensa di promuovere per portare l’azienda fuori dalla crisi?
«Stiamo lavorando senza sosta per salvare la IIA. È un’azienda che ha commesse per la costruzione di mille autobus. La manifestazione d’interesse di Fs tramite la sua controllata Busitalia, arrivata la scorsa settimana, è uno spiraglio concreto per garantire un futuro a un’azienda che già in passato ha ricevuto un grande aiuto dal ministero. Noi vogliamo salvare l’azienda. Ce la faremo».
La riforma del credito cooperativo avanza tra mille titubanze. Il ministro Fraccaro aveva chiesto un azzeramento della riforma — il Trentino con Ccb è una delle due capogruppo nazionale, ma anche in Emilia il sistema è importante—, ma così non è stato.
«Siamo intervenuti con modifiche puntuali che hanno rivisto a fondo l’impianto complessivo della riforma. La nostra scelta di fissare la quota di capitale detenuta dalle Bcc appartenenti al gruppo in misura almeno pari al 60% rafforza la partecipazione sociale degli istituti territoriali. Abbiamo inoltre fatto salvo il principio che la capogruppo debba agire nel rispetto del carattere localistico e mutualistico delle banche di credito cooperativo. Abbiamo voluto difendere l’autonomia delle Bcc da una riforma che avrebbe avuto un impatto pesantissimo su realtà di credito importanti per i nostri territori e di conseguenza sui loro tipici clienti, le famiglie e le piccole e medie imprese. Grazie al governo del cambiamento i cittadini possono continuare a contare sull’autenticità del sistema di credito cooperativo».
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IIA è un’azienda che ha commesse per la costruzione di mille autobus La manifestazione d’interesse di Fs tramite Busitalia è uno spiraglio concreto