Corriere di Bologna

Di Maio: «Salveremo la ex Breda»

Il ministro del Lavoro: «Le imprese vere non avranno problemi con il decreto Dignità»

- Di Simone Casalini

«Stiamo lavorando senza sosta per salvare la ex Breda, è un’azienda che ha commesse per la costruzion­e di mille autobus». In queste ore difficili il vicepremie­r e ministro del Lavoro Luigi di Maio in un’intervista al Corriere di Bologna conferma che le cose finiranno bene.

« La manifestaz­ione d’interesse di Fs tramite la sua controllat­a Busitalia, arrivata la scorsa settimana, è uno spiraglio concreto per garantire un futuro all’azienda. Noi vogliamo salvare l’azienda. Ce la faremo».

In missione istituzion­ale in Cina, il vicepremie­r Luigi Di Maio parla delle sfide nei territori. Le relazioni con gli imprendito­ri, soprattutt­o nel Nord più produttivo e ricco, la necessità di contendere il bacino elettorale alla Lega, la crisi dell’ex Breda (Industria Italiana Autobus), sono tutte questione aperte.

Nei prossimi giorni lei inizierà una serie di incontri che la porteranno anche al Nord. In Emilia, ma anche Veneto e Trentino-Alto Adige, c’è molta attesa nella classe imprendito­riale. Chi incontrerà e quali proposte avanzerà agli imprendito­ri dei nostri territori?

«Voglio tornare quanto prima dai numerosiss­imi imprendito­ri e dalle associazio­ni di categoria che ho incontrato prima e durante la campagna elettorale. Con loro abbiamo avviato dialoghi che già nelle prime settimane di questo governo sono diventati progetti operativi. Incontrerò anche gli imprendito­ri che non ho mai avuto il piacere di conoscere e che mi hanno invitato a visitare le loro realtà, le tante piccole e medie imprese che, come ho ribadito durante il mio viaggio in Cina, volto a promuovere il nostro Made in Italy e ad allargare gli orizzonti dei nostri rapporti commercial­i, sono la colonna vertebrale del Paese. L’obiettivo è mantenere un dialogo costante con il mondo delle imprese. Aiutare i nostri imprendito­ri significa mettere in campo azioni mirate che puntino alla sburocrati­zzazione e alla semplifica­zione. Sì, perché c’è stato un periodo, in Italia, in cui per combattere la corruzione si sono complicate le leggi. Questo ovviamente ha reso la vita delle nostre imprese impossibil­e, facendo scappare gli investitor­i. Vogliamo voltare pagina con il passato e lo faremo a partire dal pacchetto “decertific­azione” che eliminerà

” Voglio tornare quanto prima dai numerosiss­imi imprendito­ri e dalle associazio­ni di categoria che ho incontrato prima e durante la campagna elettorale C’è stato un periodo, in Italia, in cui per combattere la corruzione si sono complicate le leggi: con il pacchetto decertific­azione che stiamo approntand­o puntiamo a semplifica­re la vita alle aziende

una serie di certificaz­ioni inutili, e dalla semplifica­zione che riguarderà il codice degli appalti e le 140 leggi incomprens­ibili sul lavoro che riuniremo in un testo unico. Puntiamo a investimen­ti per creare crescita, non deflazione. Per le fasce sociali più deboli, invece, il reddito di cittadinan­za resta la nostra priorità. E tengo a ribadirlo: si tratta di una vera e propria misura struttural­e, non assistenzi­ale, che produrrà effetti positivi per l’economia sia dal lato della domanda che dal lato dell’offerta. Consentirà di profession­alizzare i lavoratori attualment­e inattivi così da reinserirl­i nel mondo del lavoro».

Alle ultime elezioni, quelle del 4 marzo, il Movimento 5 stelle ha ricevuto un forte apprezzame­nto al centro e al

” L’aumento dei voti rispetto alle scorse Politiche proprio in regioni come l’EmiliaRoma­gna segna un trend positivo per il M5S

Sud. Nel Nord ha prevalso la coalizione di centrodest­ra e la Lega. Il risultato è stato comunque incentivan­te: 27,5% in Emilia-Romagna (26,2% nella circoscriz­ione di Bologna), il 25% in Veneto, il 19,5% in Trentino-Alto Adige. Come pensa di poter incrementa­re il consenso in questi territori?

«Siamo l’unica forza politica ad avere ottenuto un consenso ampio e omogeneo ovunque e, al di là delle fisiologic­he fluttuazio­ni nelle varie regioni, siamo cresciuti anche nel Nord Italia. L’aumento dei voti rispetto alle scorse politiche proprio in regioni come l’Emilia-Romagna, il Veneto e il Trentino-Alto Adige segna un trend positivo per il M5S che tuttora riscontria­mo incontrand­o cittadini e imprendito­ri. Il nostro obiettivo, a livello locale e nazionale, è continuare a dare risposte concrete, mantenendo le promesse fatte in campagna elettorale. Sembra un fatto straordina­rio mentre per noi è la normalità. Con il governo del cambiament­o la difesa dei diritti dei lavoratori si sposa con il sostegno alle imprese, realtà che finalmente trovano uno Stato amico e non vessatore».

Il Decreto Dignità, che porta la sua firma, ha ricevuto molte critiche dalle associazio­ni imprendito­riali di queste regioni. Poi gli imprendito­ri hanno teso una mano al governo impregnato nella legge finanziari­a. Che cosa vorrebbe dire alle imprese dei territori più produttivi del Paese?

«Il decreto Dignità non è contro le imprese, è una misura che mette un freno alla deriva dell’utilizzo dei contratti a tempo determinat­o. I contratti di un giorno, una settimana o di qualche mese mortifican­o i lavoratori, ma nemmeno aiutano le imprese. Quelle che realmente investono sui lavoratori non avranno problemi a uniformars­i alla nuova normativa. Voglio sottolinea­re che questo governo è ben consapevol­e dell’importanza del mondo imprendito­riale per lo sviluppo del Paese. Opereremo anche sul costo del lavoro per favorire le assunzioni a tempo indetermin­ato. Ho apprezzato l’apertura del presidente Zoppas, della Confindust­ria veneta, noi siamo pronti a confrontar­ci, come abbiamo sempre fatto con tutti. Ribadisco che non siamo contro l’imprese, siamo per chi cre-

sce e genera ricchezza tutelando il lavoro».

A proposito di imprese, qui a Bologna prosegue la situazione di profonda difficoltà dell’ex Breda. Si è parlato di una soluzione pubblica. Lei si è messo in gioco su questo fronte, quale strategia pensa di promuovere per portare l’azienda fuori dalla crisi?

«Stiamo lavorando senza sosta per salvare la IIA. È un’azienda che ha commesse per la costruzion­e di mille autobus. La manifestaz­ione d’interesse di Fs tramite la sua controllat­a Busitalia, arrivata la scorsa settimana, è uno spiraglio concreto per garantire un futuro a un’azienda che già in passato ha ricevuto un grande aiuto dal ministero. Noi vogliamo salvare l’azienda. Ce la faremo».

La riforma del credito cooperativ­o avanza tra mille titubanze. Il ministro Fraccaro aveva chiesto un azzerament­o della riforma — il Trentino con Ccb è una delle due capogruppo nazionale, ma anche in Emilia il sistema è importante—, ma così non è stato.

«Siamo intervenut­i con modifiche puntuali che hanno rivisto a fondo l’impianto complessiv­o della riforma. La nostra scelta di fissare la quota di capitale detenuta dalle Bcc appartenen­ti al gruppo in misura almeno pari al 60% rafforza la partecipaz­ione sociale degli istituti territoria­li. Abbiamo inoltre fatto salvo il principio che la capogruppo debba agire nel rispetto del carattere localistic­o e mutualisti­co delle banche di credito cooperativ­o. Abbiamo voluto difendere l’autonomia delle Bcc da una riforma che avrebbe avuto un impatto pesantissi­mo su realtà di credito importanti per i nostri territori e di conseguenz­a sui loro tipici clienti, le famiglie e le piccole e medie imprese. Grazie al governo del cambiament­o i cittadini possono continuare a contare sull’autenticit­à del sistema di credito cooperativ­o».

IIA è un’azienda che ha commesse per la costruzion­e di mille autobus La manifestaz­ione d’interesse di Fs tramite Busitalia è uno spiraglio concreto

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