Corriere di Bologna

UNA CITTÀ A MISURA DI TUTTI

- di Giovanni De Plato

È sperabile che l’impegno dell’associazio­ne degli spastici (Aias) di Bologna nella Settimana europea della mobilità (iniziata lo scorso 16 settembre e che chiude nella giornata di oggi) sia riuscita a sensibiliz­zare amministra­tori e politici sulle difficoltà delle persone con disabilità a muoversi su carrozzina in città. Non bastano gli scivoli realizzati finalmente in Piazza Maggiore, sono ancora troppi gli ostacoli che rendono le vie e le piazze, in centro e in periferia, non accessibil­i alle persone con ridotte abilità motorie. La piazza sopraeleva­ta della piazza centrale di Bologna, fin dalla sua costruzion­e nel 1934, non era stata dotata dei dovuti scivoli. Con più coraggio urbanistic­o e senso della storia, si poteva riportare piazza Maggiore «alla stupenda vastità della piazza medievale», eliminando del tutto il Crescenton­e.

Piazza Maggiore era nata nel Medioevo come piazza dei mercati, degli incontri e degli scambi permettend­o contatti e relazioni di grande valenza sociale. Auspicando il ripristino di tale architettu­ra e funzione, si sottolinea l’importanza che il Crescenton­e (da crescenta, pasta fritta lievitata) non sia più una barriera e possa essere gustato da tutti. Il prossimo anno anche le persone in carrozzina o con altre protesi potranno accedere al palcosceni­co della rassegna estiva «Sotto le stelle del cinema» e vedere alla pari degli altri spettatori lo spettacolo di loro gradimento.

Va detto, però, che occorre fare ancora molto a favore dei disabili secondo il dettato costituzio­nale (rimuovere gli ostacoli). Nello stesso centro storico, entro le mura della città, permangono barriere, gradini e gradoni che vietano alle persone con disabilità di poter circolare senza essere mortificat­i da questi impediment­i struttural­i. Si parla tanto di dotare l’entrata e l’uscita della città di una moderna viabilità, di avanzate infrastrut­ture (tangenzial­e, autostrada), ma si continua con un passatismo amministra­tivo davvero preoccupan­te. Tanto da non permettere di considerar­e, con la dovuta attenzione, che la mobilità riguarda non solo i mezzi di trasporto ma principalm­ente le persone, i soggetti con limitazion­i motorie, gli anziani, i bambini. Nell’editoriale del 23 marzo 2018, su segnalazio­ne di alcuni cittadini, avevo invitato «gli amministra­tori del Quartiere e del Comune» a rimuovere il gradino (angolo via Polesine del tratto verso via Marconi) che vieta ad alcune persone del luogo in carrozzina di frequentar­e uno dei portici più attraversa­ti di Bologna.

Cosa fare oltre a segnalare a chi per competenza istituzion­ale dovrebbe provvedere? Di certo non stancarsi di denunciare gli ostacoli, magari promuovend­o un Sit-in di cittadini per smuovere quegli amministra­tori che sembrano non leggere le segnalazio­ni e non provvedere agli impediment­i umilianti.

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