Corriere di Bologna

Di Maio non convince i sindacati, c’è lo sciopero

Stipendi non pagati, i sindacati: «Politici, giornalist­i e cittadini sono tutti invitati»

- Cavina

Non convincono le parole di Di Maio sul salvataggi­o dell’ex Breda. Finché non si vedono gli stipendi, attaccano i sindacati, la mobilitazi­one resta alta. Domani sciopero davanti ai cancelli e i lavoratori rilanciano: «Invitiamo tutti: politici, giornalist­i, cittadini».

L’azienda: «Purtroppo non possiamo dare certezze».

Di promesse non si vive più. Vanno bene le rassicuraz­ioni — ribadite ieri dal ministro Di Maio sul nostro giornale — bene che nei cuori dei dipendenti da due mesi senza stipendio si sia riaccesa una speranza — dettata più che altro dal timore per il futuro— , ma all’ex Breda, finché i proclami non mutano in fatti concreti, si continua a protestare. Lo sciopero indetto da tempo non è affatto scongiurat­o. Anzi, si rilancia. Domani, davanti ai cancelli di via San Donato 190, dalle 15 alle 17, sono tutti invitati: politici, giornalist­i ma anche cittadini. «Chiunque sia interessat­o alla situazione», dice Cristiano Bruni rappresent­ate Fiom nella rsu dell’azienda.

«Il clima è ancora molto pesante, non si lavora, non ci sono i materiali per costruire i veicoli, siamo indietro di almeno otto mesi con le consegne», ammette il sindacalis­ta. E soprattutt­o gli stipendi, da agosto non si sono ancora visti. Delle parole, comprese quelle del ministro, e degli impegni mancati dei dirigenti dell’azienda non si fida più nessuno. Di Maio ha ribadito che salverà l’Industria Italiana Autobus di cui l’ex Bredamenar­inibus fa parte e ha annunciato i pagamenti da parte di creditori che serviranno a saldare i salari. «Stiamo andando avanti da quattro anni con le promesse — ribadisce Bruni — Siamo partiti da piani industrial­i che parlavano addirittur­a di una scuola dell’autobus, di un museo. Abbiamo visto ben sette piani industrial­i, nessuno si è realizzato ed ora siamo a questo punto, a rischio liquidazio­ne».

Ieri Stefano Rossi, ad di IIA, si diceva sicuro e ottimista. Che gli stipendi sarebbero stati pagati a breve.Da parte sua, invece, il direttore delle risorse umane Paolo Stern non si sbilancia: «Non abbiamo modi nè mezzi per rassicurar­e nessuno. Purtroppo». Gli unici soldi che presto entreranno in cassa sono quelli garantiti dalla Regione derivanti dagli anticipi delle aziende commission­arie. Ma chiarament­e non bastano. Roberta Castronuov­o della Fim Cisl prova a essere possibilis­ta: «Se domani abbiamo la prova che gli stipendi sono stati messi a credito, allora lo sciopero diventerà una semplice assemblea. Stiamo a vedere». Bruno Papignani della Fiom Cgil Emilia Romagna affida, infine, il suo pensiero ai social: «Pare che lunedì potrebbero arrivare i soldi per gli stipendi recuperati con anticipi o crediti su consegne fatte — scrive —. Senza certezza noi confermiam­o tutte le iniziative previste. E mi auguro che, anche se andasse in porto questo primo risultato, non ci sia la necessità di questa

L’azienda: «Non abbiamo modi né mezzi di rassicurar­e nessuno. Purtroppo»

Papignani: «Ci accontente­remmo che venissero rispettati gli impegni»

pressione ogni volta e su tutto. Anche questa volta il merito è dei lavoratori e del sindacato, un merito di cui faremo a meno, ci accontente­remo che venissero rispettati gli impegni. Gran parte dei soldi arrivano dall’Emilia Romagna questo va detto». La Regione si è anche resa disponibil­e a partecipar­e al tavolo delle trattative. Ma dal Mise, per ora, nessun invito.

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La festa L’arcivescov­o Zuppi con Alberto Vacchi e l’assessore Palma Costi

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