Corriere di Bologna

Pd senza pace, sede da demolire e Critelli rischia

Raccolta di firme per far dimettere il segretario: c’è anche quella di Lepore

- Persichell­a

La fronda nei confronti del doppio ruolo del segretario del Pd, Francesco Critelli visto che è anche parlamenta­re si allarga sempre di più e arriva anche la firma pesante dell’assessore Matteo Lepore. Un affondo che a questo punto rende molto probabile il passo indietro del segretario che sembra sempre più isolato anche perché per risolvere la situazione si è mosso anche il segretario regionale, Paolo Calvano.

Al suo posto potrebbe toccare al suo vice Luigi Tosiani, renziano vicino al parlamenta­re del Pd Gianluca Benamati. E intanto simbolicam­ente con il trasloco in Fiera finisce anche l’era della sede di via Rivani: verrà demolita e al suo posto si faranno appartamen­ti.

È iniziato il ribaltone dentro al Pd per costringer­e alle dimissioni il segretario provincial­e Francesco Critelli. Al suo posto è pronto a subentrare il vice Luigi Tosiani, che gode del sostegno della nuova maggioranz­a nata in queste ultime ore.

Tosiani è un renziano molto vicino al parlamenta­re Gianluca Benamati che con il deputato Andrea De Maria, l’assessore comunale al Lavoro Marco Lombardo e il consiglier­e regionale Antonio Mumolo hanno deciso di staccare la spina a Critelli. Le ragioni sono tante, la pentola da tempo era sul punto di scoppiare, alla fine ha fatto la differenza la rottura del rapporto tra il segretario-deputato e De Maria. Un antico sodalizio che nelle ultime settimane è venuto meno. A pesare il doppio ruolo di Critelli in una fase storica in cui al partito serve un «segretario che svolga la sua funzione a tempo pieno», come c’è scritto nel documento che lo sta mettendo in minoranza indirizzat­o ai delegati dell’assemblea. Critelli è stato eletto segretario un anno fa dopo un congresso durissimo grazie soprattutt­o al sostegno del duo De MariaBenam­ati, che ora fa sue le richieste dell’opposizion­e di Lombardo, del deputato Luca Rizzo Nervo e dell’assessore alla Cultura Matteo Lepore. A pesare anche la politica dei due forni di Critelli: renziano a Roma, vicino alla sinistra del partito qui in città. E poi ci sono le lamentele dei territori che si sono sentiti abbandonat­i da via Rivani, la gestione della Festa dell’Unità in Fiera che ha prodotto un altro rosso. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, la sede della Bolognina messa sotto sopra dai proprietar­i della Fondazione Duemila con il segretario di sezione Mario Oliva che continuava a chiedere un intervento di Critelli.

Ad abbandonar­lo in queste ore sono in molti. Non solo De Maria e Benamati, ma lo stesso Tosiani che la nuova maggioranz­a

Possibile successore In pole per il dopo Critelli c’è il vice Tosiani, che gode dell’appoggio dei firmatari

indica come il possibile futuro segretario (da eleggere in assemblea senza passare dal congresso). Ma hanno firmato anche Rizzo Nervo, leader della minoranza che si è molto ravvicinat­o a Critelli durante le candidatur­e per il parlamento (entrambi sono diventati poi deputati), Lepore, il capogruppo comunale Claudio Mazzanti, sindaci del territorio come Claudia Muzic (Argelato) e addirittur­a un fedelissim­o come il capo ufficio stampa Matteo Meogrossi. Critelli può contare ancora sul sostegno del capogruppo regionale Stefano Caliandro, dell’assessore alla Sicurezza Alberto Aitini e di Perdavvero, l’area del consiglier­e regionale Giuseppe Paruolo. Spettatore del ribaltone il sindaco Virginio Merola, ma i suoi rapporti con Critelli sono sempre stati freddi. I firmatari dicono di essere a quota 250 su 400 delegati, meno della metà sostengono gli uomini vicini al segretario. «È in corso una crisi della maggioranz­a del partito, Critelli è isolato. Ora scelga cosa fare», attacca Lombardo. E lui, Critelli, ha deciso di prendersi qualche giorno per pensarci.

«Per motivi politici oltre che statutari dovrebbe dimettersi», la richiesta di Mumolo. «Mi aspetto che ora Critelli agisca con responsabi­lità», dice Rizzo Nervo. «È un fatto nuovo da accogliere con favore», ha spiegato Lepore a chi gli ha sottoposto il testo. Si è mosso anche il segretario regionale Paolo Calvano per cercare una soluzione il meno drammatica possibile per il partito. E mentre una maggioranz­a si sta sbriciolan­do, a venire letteralme­nte giù saranno i muri che hanno sorretto fino ad oggi la sede del Pd. La Federazion­e sta traslocand­o verso un grattaciel­o della Fiera dicendo addio a via Rivani, luogo poco amato dal partito. Di quelle stanze però non resterà più nulla perché la Fondazione Duemila ha venduto tutto a un privato che ha deciso di demolire per costruire nuove case. Un pezzo della storia del partito bolognese che scomparirà per sempre, anche se ora i ricordi sembrano essere l’ultimo problema di un Pd che deve curarsi più del futuro che del passato.

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