Corriere di Bologna

Profughi, il decreto Salvini azzera il modello emiliano

Con il decreto Salvini resterebbe fuori dal circuito gran parte dei richiedent­i asilo

- Centuori

Bologna è stata la prima città a provarci: un nuovo modello di accoglienz­a dei profughi, strutturat­a e programmat­a, a fronte di quella emergenzia­le e dell’apertura dei centri di accoglienz­a straordina­ria (Cas); borse lavoro, tirocini formativi e la possibilit­à di ottenere un anticipo sull’affitto di sei mesi. Il tutto rigorosame­nte rendiconta­to, altrimenti nessun ok per i fondi pattuiti da Roma (oltre 66 milioni di euro). È quello scritto nero su bianco e già autorizzat­o — oltre che operativo — del primo bando Sprar a livello nazionale che per superare l’emergenza dell’accoglienz­a ha riunito i 43 Comuni della Città metropolit­ana e ha messo a bando oltre 2mila posti entro l’anno prossimo.

Un progetto ambizioso, ma che, se dovesse prender forma la bozza dell’attuale decreto Salvini sull’immigrazio­ne, sarebbe da cestinare insieme al lavoro portato avanti fin qui. Infatti dal Viminale guidato dal ministro Matteo Salvini è in arrivo un’inversione di rotta: il sistema Sprar per l’accoglienz­a dei richiedent­i asilo e dei rifugiati sarà limitato solo a chi è già titolare di protezione internazio­nale o ai minori stranieri non accompagna­ti. Praticamen­te tutti quelli che al momento sono accolti in attesa del riconoscim­ento di una protezione internazio­nale sarebbero esclusi dal circuito. La maggior parte. Ad oggi, per esempio, i richiedent­i asilo (adulti) accolti in strutture Sprar sono 750, a cui si aggiunge una quarantina del distretto di Imola. Un numero alto se si pensa che i Cas, che il bando metropolit­ano tenta di superare, ne accoglie 1.159.

Sul territorio bolognese questo decreto potrebbe avere una ricaduta «negativa» sia dal punto di vista del sistema sia economico. A dirlo è proprio Luca Rizzo Nervo, ora parlamenta­re pd, che due anni fa con il plauso di Anci aveva pensato al bando metropolit­ano Sprar: «Siamo molto preoccupat­i. Dove verranno accolti i richiedent­i asilo? Verrà meno il sistema d’accoglienz­a strutturat­o che mira a un’integrazio­ne concreta. Il bando Sprar era stato pensato per andare incontro ai sindaci che avrebbero potuto controllar­e e ridistribu­ire sul proprio territorio l’accoglienz­a. Ora salta tutto. Allora perché Salvini non rende statale la partita dell’accoglienz­a? — lancia la provocazio­ne l’ex assessore comunale al Welfare — . Questa bozza è incostituz­ionale in diversi punti, si rischiereb­be senza precisazio­ni ulteriori». A questo si aggiunge la ricaduta sul tessuto economico: «Non dimentichi­amo che in questi anni il mondo delle imprese sociali e delle coop ha lavorato tanto e bene e rappresent­a una buona fetta del Pil regionale. Cosa accadrà adesso? Una stima ora è difficile, ma non possiamo ignorare quest’aspetto». A ciò si aggiungono le perplessit­à sull’eventuale trasformaz­ione dell’hub di Bologna in Cpr (ex Cie): ipotesi che ha già creato una spaccatura in giunta, con l’assessore Aitini favorevole e il collega Lepore contrario.

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