I POLITICI DI OGGI E QUELLI DI IERI SONO METEORE O STELLE FISSE?
Sono stanco del solito ritornello che i politici di oggi sono inadeguati rispetto a quelli di un tempo, che allora le cose andavano bene e oggi fanno pena. Secondo me adesso ne sanno molto di più di prima, così come i ragazzi adesso hanno delle capacità che i loro genitori se le sognavano.
BOLOGNA
Caro signore, liquido subito la sua convinzione finale: sono d’accordo con lei se sostituiamo con «possibilità» la parola «capacità». Non c’è dubbio, ne hanno tante in più. Il loro potenziale individuale è dilatato. Nel bel tempo che fu pochi avevano in casa un’enciclopedia. La nascita della Garzantina nel 1962 fu il progresso. Oggi lo smartphone è una maxi biblioteca in tasca a tutti. I nostri giovanotti «possono» sfruttare tante opzioni. Le fanciulle si dimostrano più intraprendenti e motivate. Più che di mondo maschio si dovrà parlare di Terra femmina. Alle nostre latitudini, perché altrove c’è da piangere sullo status delle donne. I ragazzi sanno sfornare le start up. Invece i loro nonni si sono fatti il mazzo per aprire negozietti che poco alla volta hanno trasformato in aziendine e poi in grandi imprese, con radici ben piantate. Non effervescenti o addirittura temporanee come la bolla di internet insegna. Ed ora, caro Antonio, passo alla politica: meglio gli interpreti di una volta o quelli di oggi? Avendo praticato l’ambiente da molto tempo in qua, sempre da cronista deciso a mantenere le distanze nell’interesse del lettore, posso testimoniare che alcuni protagonisti del passato conosciuti nell’esercizio della mia attività erano dei monumenti: esempi, sotto le Due Torri, Fanti e Zangheri, a Roma Pertini e Spadolini. Nel presente più che monumenti vedo troppi piedistalli. Ovvio, anche nel passato non erano tutti dei giganti. E visto come è andata con Mani pulite, è vero che molte statue sono rotolate a terra a giusta ragione e comunque con pochi rimpianti. Il ragazzo Di Maio ha già raggiunto traguardi che nemmeno il precoce Andreotti. L’interrogativo: una meteora oppure stella fissa? Ai posteri l’ardua sentenza. Azzardo un’opinione: vedo un futuro di grandi su e giù. Anche per i pentastellati sarà dura resistere al turn over della popolarità. Tramontate le ideologie che garantivano la continuità, bisogna fare i conti con le idee e sono dolori. I politici si difendono mulinando promesse e alzando cortine fumogene di fake news. Però prima o poi arriva il bilancio dei fatti. La voce più consistente è quella somma i ritardi. Qui da noi come altrove. La cosa buffa è che ogni inaugurazione, seppure molto fuori tempo, viene sbandierata come un meritorio exploit. Contento chi ci crede.
Il nodo disabili
Medici e obblighi
identitaria è stato ignorato grazie anche ad un eccessivo gigantismo territoriale, e si continua a insistere nel tener diviso, il quartiere per eccellenza , ovvero il centro storico, fra due quartieri diversi. I quartieri con reali poteri luogo della partecipazione popolare, come voleva Ardigò, dovrebbero essere un argomento importante per un’associazione che si intitola al suo nome.
Fondi per le periferie: chi ci abita sa bene quanto ci sia bisogno di investimenti, ed è per questo che, da abitante di periferia e disabile (sono su di una sedia a rotelle per un incidente sul lavoro) mi chiedo se destinare 1,7 milioni di euro per la sistemazione di orti in via Salgari sia giusto, quando la nostra città è piena di barriere architettoniche.
«I genitori novax resistono in una sorta di realtà parallela» scrive Franco Rella, Corriere di Bologna, 14 settembre.
In quale realtà vivono, a Suo giudizio, quei medici che insorsero prontamente contro la proposta della Regione Emilia Romagna di estendere l’obbligo vaccinale agli operatori sanitari, al grido di «La vaccinazione degli operatori sanitari ... non si può imporre. Viene meno l’autodeterminazione sancita dalla Costituzione» (Cisl medici sul Corriere di Bologna, 16 marzo, pag 2)? È in atto anche qui «una perversione logica che resiste a ogni prova di realtà»?