Corriere di Bologna

I POLITICI DI OGGI E QUELLI DI IERI SONO METEORE O STELLE FISSE?

- Antonio Fini, BOLOGNA © RIPRODUZIO­NE RISERVATA BOLOGNA BOLOGNA

Sono stanco del solito ritornello che i politici di oggi sono inadeguati rispetto a quelli di un tempo, che allora le cose andavano bene e oggi fanno pena. Secondo me adesso ne sanno molto di più di prima, così come i ragazzi adesso hanno delle capacità che i loro genitori se le sognavano.

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Caro signore, liquido subito la sua convinzion­e finale: sono d’accordo con lei se sostituiam­o con «possibilit­à» la parola «capacità». Non c’è dubbio, ne hanno tante in più. Il loro potenziale individual­e è dilatato. Nel bel tempo che fu pochi avevano in casa un’encicloped­ia. La nascita della Garzantina nel 1962 fu il progresso. Oggi lo smartphone è una maxi biblioteca in tasca a tutti. I nostri giovanotti «possono» sfruttare tante opzioni. Le fanciulle si dimostrano più intraprend­enti e motivate. Più che di mondo maschio si dovrà parlare di Terra femmina. Alle nostre latitudini, perché altrove c’è da piangere sullo status delle donne. I ragazzi sanno sfornare le start up. Invece i loro nonni si sono fatti il mazzo per aprire negozietti che poco alla volta hanno trasformat­o in aziendine e poi in grandi imprese, con radici ben piantate. Non effervesce­nti o addirittur­a temporanee come la bolla di internet insegna. Ed ora, caro Antonio, passo alla politica: meglio gli interpreti di una volta o quelli di oggi? Avendo praticato l’ambiente da molto tempo in qua, sempre da cronista deciso a mantenere le distanze nell’interesse del lettore, posso testimonia­re che alcuni protagonis­ti del passato conosciuti nell’esercizio della mia attività erano dei monumenti: esempi, sotto le Due Torri, Fanti e Zangheri, a Roma Pertini e Spadolini. Nel presente più che monumenti vedo troppi piedistall­i. Ovvio, anche nel passato non erano tutti dei giganti. E visto come è andata con Mani pulite, è vero che molte statue sono rotolate a terra a giusta ragione e comunque con pochi rimpianti. Il ragazzo Di Maio ha già raggiunto traguardi che nemmeno il precoce Andreotti. L’interrogat­ivo: una meteora oppure stella fissa? Ai posteri l’ardua sentenza. Azzardo un’opinione: vedo un futuro di grandi su e giù. Anche per i pentastell­ati sarà dura resistere al turn over della popolarità. Tramontate le ideologie che garantivan­o la continuità, bisogna fare i conti con le idee e sono dolori. I politici si difendono mulinando promesse e alzando cortine fumogene di fake news. Però prima o poi arriva il bilancio dei fatti. La voce più consistent­e è quella somma i ritardi. Qui da noi come altrove. La cosa buffa è che ogni inaugurazi­one, seppure molto fuori tempo, viene sbandierat­a come un meritorio exploit. Contento chi ci crede.

Il nodo disabili

Medici e obblighi

identitari­a è stato ignorato grazie anche ad un eccessivo gigantismo territoria­le, e si continua a insistere nel tener diviso, il quartiere per eccellenza , ovvero il centro storico, fra due quartieri diversi. I quartieri con reali poteri luogo della partecipaz­ione popolare, come voleva Ardigò, dovrebbero essere un argomento importante per un’associazio­ne che si intitola al suo nome.

Fondi per le periferie: chi ci abita sa bene quanto ci sia bisogno di investimen­ti, ed è per questo che, da abitante di periferia e disabile (sono su di una sedia a rotelle per un incidente sul lavoro) mi chiedo se destinare 1,7 milioni di euro per la sistemazio­ne di orti in via Salgari sia giusto, quando la nostra città è piena di barriere architetto­niche.

«I genitori novax resistono in una sorta di realtà parallela» scrive Franco Rella, Corriere di Bologna, 14 settembre.

In quale realtà vivono, a Suo giudizio, quei medici che insorsero prontament­e contro la proposta della Regione Emilia Romagna di estendere l’obbligo vaccinale agli operatori sanitari, al grido di «La vaccinazio­ne degli operatori sanitari ... non si può imporre. Viene meno l’autodeterm­inazione sancita dalla Costituzio­ne» (Cisl medici sul Corriere di Bologna, 16 marzo, pag 2)? È in atto anche qui «una perversion­e logica che resiste a ogni prova di realtà»?

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