Di Francesco, solito derby in famiglia «Rossoblù a secco? Tocco ferro...»
Il figlio protagonista a Sassuolo: «L’anno scorso mi è mancata continuità»
Se Bologna piange, Roma sponda giallorossa non ride. Tutt’altro. Lo capisci dalla conferenza stampa di Eusebio Di Francesco, decisamente tesa: non potrebbe essere altrimenti, dopo un filotto di quattro partite senza vittoria tra serie A e Champions League con dieci reti subite. Un momento che sarebbe difficile ovunque e che a Roma forse viene maggiormente amplificato: «Sono molto arrabbiato per quello che ho sentito — attacca l’allenatore della Roma — ho letto di tutto e di più. Ho anche visto un quadretto basato sul film L’allenatore nel pallone: accetto l’ironia, non le offese. Posso sbagliare scelte ma penso di meritare rispetto perché qualcosina di calcio probabilmente la capisco».
Dopo un terzo posto in A e una semifinale di Champions, parole che la dicono lunga su quanto si stia vivendo male a Trigoria e dintorni l’inizio stentato. La strada per la risalita passa da Bologna, noto taumaturgo di squadre in crisi, e Di Francesco indica la ricetta: «Dobbiamo ritrovare il fuoco dentro ed essere più cattivi. Fin qui siamo stati i lontani parenti della squadra dello scorso anno, deve scattare qualcosa dentro e deve succedere a partire a Bologna. Andremo al Dall’Ara determinati, per vincere e per dimostrare di esserci».
Giocherà per la prima volta da titolare Justin Kluivert, figlio dell’ex attaccante del Milan Patrick, probabilmente al fianco di Dzeko e Perotti nel consueto tridente di Di Francesco. Toccherà a loro scardinare la difesa del Bologna, tutto sommato una delle poche armi rossoblù: «È una squadra che tende a difendersi compatta — sottolinea Di Francesco — dovremo essere bravi a non avere fretta. Il Bologna non ha ancora segnato in campionato? Beh, tocco ferro...».
Scaramanzie a parte, la gara di oggi avrà anche un aspetto psicologico, con il Bologna fin qui sempre arrivato sullo 0-0 all’ora di gioco e con la Roma che in una situazione del genere potrebbe innervosirsi.
In casa Di Francesco sarà il consueto derby famigliare vista la passione rossoblù di Arnaldo, padre di Eusebio e nonno di Federico, ora al Sassuolo. E proprio l’esterno neroverde in questo turno ha acuito i rimpianti di chi lo avrebbe visto ancora volentieri al Bologna, con il gol di tacco e i due assist messi a segno nel 3-1 contro l’Empoli. Un bel modo di rifarsi dopo lo sputo ricevuto da Douglas Costa («Sono circolate frasi che non mi appartengono, qualche parolaccia è uscita ma devo morire ora se ho detto una frase razzista»), ma dopo una prestazione da mvp Di Francesco junior è tornato anche su Bologna. «Arrivo da una stagione particolare — ha spiegato — sia per i miei errori sia per l’infortunio al ginocchio che non mi ha aiutato. Mi è mancata continuità, ora lavoro per migliorarmi: qui si sentono tutti importanti, siamo una squadra di qualità». Quella di cui ci sarebbe un gran bisogno qui, specie ora che il 3-5-2 — sul cui altare era stato sacrificato l’esterno classe 1994 — pare non essere più un dogma.
Mi hanno paragonato all’allenatore nel pallone: accetto tutto ma non le offese Dobbiamo dimostrare qualcosa e lo faremo oggi al Dall’Ara