Corriere di Bologna

Mattiello, l’eclettico da tennista a goleador

Viaggio nel passato del primo marcatore rossoblù di questa stagione

- di Alessandro Mossini

” Baroni Si merita questo gol e tanto altro Ha avuto incidenti che avrebbero steso un toro È tenace e si è scrollato presto di dosso la paura

Dalla Roma alla Roma, da Ronaldo a Ronaldo. Ci sono tanti incroci del destino nella prima rete da pro di Federico Mattiello: l’esultanza alla CR7 che proprio domani all’Allianz Stadium di Torino dovrà marcare e la rete che arriva proprio contro quella Roma che rischiò di essere la sua ultima partita in carriera.

8 marzo 2015, Chievo-Roma: la gamba che resta sotto Nainggolan, la frattura scomposta ed esposta di tibia e perone che sette mesi più tardi fa nuovamente crac in allenament­o, tre giorni dopo il rientro, costringen­dolo a un anno di stop. Proprio ripensando a quei giorni ora chi lo ha allenato sorride come Marco Baroni, tecnico che lo ha diretto nella Primavera della Juventus: «Si merita questo gol e tanto altro. Ha avuto incidenti che avrebbero steso un toro e vederlo esultare per me è una soddisfazi­one perché premia le qualità tecniche e morali del ragazzo. È coraggioso, tenace e si è scrollato presto di dosso la paura».

E proprio grazie a un gol di Mattiello i baby bianconeri di Baroni vinsero la Coppa Italia di categoria nel 2013 in finale sul Napoli: «Quella rete — ricorda l’allenatore — è l’emblema del ragazzo: erano gli ultimi minuti di una gara interminab­ile e fece una volata delle sue, di pura forza fisica e mentale, per andare a segnare. Negli Allievi Federico giocava dietro la punta, sulla trequarti: noi usavamo il 3-5-2 e con me iniziò a fare l’esterno a tutta fascia».

Alla Juventus Federico arrivò nel 2009, dopo la scuola calcio al Valdottavo e un quadrienni­o alla Lucchese passato a dividersi tra i cross dalla fascia e i rovesci in topspin, visto il talento tennistico che lo aveva portato a vestire l’azzurro in Nations Cup. A quei tempi a lavorare con Mattiello sui campi in terra rossa e ad accompagna­rlo per tornei c’era Ivano Pieri, maestro del Tennis Club Lucca: «Sono contentiss­imo per il gol, ci sentiamo spesso e ho visto la partita in diretta, anche perché sono tifoso romanista. È successa una cosa strana: dopo il gol di Fede ho cominciato a tifare Bologna, per amicizia e forse anche perché sono indignato dalle cessioni operate dal club gialloross­o». Il gol come punizione e magari un bel sorriso ripensando ai tanti pomeriggi passati insieme, quando il ragazzo nato a Barga alternava allenament­i di tennis e di calcio prima della scelta definitiva, arrivata proprio con la chiamata bianconera. E per capire quanto fosse promettent­e con la racchetta, Pieri svela un aneddoto: «Al campionato individual­e Under 12 arrivò terzo e al primo turno rifilò un 6-3 6-1 a Sonego, che attualment­e è nei primi cento del mondo. Non se lo ricordava nemmeno Federico. Questo ovviamente non significa che sarebbe arrivato lì se avesse continuato con il tennis, ma il talento con la racchetta è innegabile: era nei primi quattro under 12 italiani con Donati e Napolitano. Quando torna a Lucca nel tempo libero a volte giochiamo ancora: gli basterebbe poco per riprendere la mano e diventare un ottimo giocatore di circolo. E se in futuro, a carriera calcistica finita, volesse fare il master over 40 sarebbero guai per tutti».

Per quello e per esultanze alla Federer — il suo idolo tennistico — ci sarà tempo: intanto, dopo essersi preso una rivincita sul destino, che male ci sarebbe a farsi notare anche domani da mamma Juve e da quel Massimilia­no Allegri che nel novembre 2014 lo fece esordire in A?

Pieri Il talento con la racchetta è innegabile: era nei primi 4 under 12 italiani con Donati e Napolitano: gli basterebbe poco per tornare grande

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L’esultanza di Federico Mattiello dopo il suo primo gol con la maglia del Bologna di domenica
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Micidiale Il tiro che regala al Bologna il primo gol della stagione

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