Ex Breda, per ora paga Bonaccini Ma si apre subito un altro fronte
Stipendi ok grazie a Regione e Start. In ballo una fidejussione da 5 milioni
Fuori dai cancelli dell’ex Breda i volti restano tesi. Passi concreti per il salvataggio (urgente) dell’azienda ancora non si scorgono. Eppure, un lieve sospiro di sollievo se lo concedono tutti quando il segretario regionale della Fiom Bruno Papignani, nel corso del presidio di ieri, annuncia che gli stipendi arretrati (il 30 per cento mancante di luglio e quelli di agosto) dei 154 lavoratori saranno finalmente pagati.
Mostra un documento ufficiale dell’Industria Italiana Autobus che ufficializza il bonifico ma specifica che quei quasi 600 mila euro sono frutto del pressing effettuato dalla Regione sulle aziende creditrici. Si stratta, in sostanza, dell’anticipo di una parte delle fatture della Start Romagna, sollecitate dal presidente di viale Aldo Moro. «Bonaccini ha lavorato bene», ammette il sindacalista. In realtà il saldo dell’azienda di trasporti corrisponde a 519 mila euro e passa ma gli oltre 100 mila euro mancanti vengono da altre commesse. E il governo? «Ha un consenso pari al 65 per cento — risponde sarcastico Papignani — Devo essere ottimista. Loro si impegnano ma se ascoltassero i sindacati farebbero ancora meglio».
Tamponata l’emergenza, il futuro dell’azienda resta dunque la grande incognita sul tavolo del Mise. «Siamo stanchi di promesse», sussurrano i lavoratori e la paura è quella che, malgrado i proclami di Di Maio ribaditi anche ieri all’incontro romano con le rappresentanze
Scadono domani i termini di un ordine dell’Atac di Roma: si cercherà una proroga
sindacali, nessuno voglia far vivere l’azienda. La prima scadenza è già domani, quella dell’Atac di Roma. Ma c’è un portafoglio ordini di 1100 autobus (di cui 800 allo stabilimento bolognese) che rischia di essere in poco tempo perso per sempre. Qui il governo dovrebbe intervenire facendosi garante per una fidejussione di circa 5,5 milioni oppure intanto riuscire a ottenere una proroga di almeno 40 giorni dalla città di Roma, «retta dal M5s», sottolineano i sindacati. Si rischia poi che le stesse commesse siano trasferite a Fiat Iveco.
«Finmeccanica — suggerisce Papignani, ribadendo quanto auspicato anche da Fim-Cisl e Uilm — dovrebbe concedere immediatamente un prestito ponte per recuperare i crediti di IIA, in attesa della ricapitalizzazione dell’azienda con Invitalia e del nuovo assetto societario». E anche per portare in società Busitalia e un imprenditore privato (che pare non sia Gruppioni, per quanto si sia reso disponibile ndr), «bisogna fare presto».
«Siccome al ministero si sono dette tante cose, anche diverse da uscite dall’incontro del 10 settembre, e gli accordi sono ancora disattesi — incalza Roberta Castronuovo della FimCisl — è urgente un incontro a Roma. Speriamo in una risposta quanto prima». E se oggi, a sorpresa, non dovessero ancora vedersi gli stipendi, si procederà alla richiesta sequestro cautelativo.
Oggi, infine, in Parlamento è attesa un’interpellanza del Pd. «Ribadiremo— fa sapere il deputato Gianluca Benamati, vicepresidente della commissione Attività produttive — che, in tempi brevi, serve una soluzione industriale».