Corriere di Bologna

Rimini dice addio a Zanza l’ultimo re dei vitelloni

Si era appartato con una 23enne, poi il malore

- Pellerano

Se ne è andato a 63 anni, nella sua Rimini, Maurizio «Zanza» Zanfanti, l’ultimo dei vitelloni. Era appartato con una ventitreen­ne, poi il malore.

Il ragazzo dei record Vantava una media di 150 conquiste a stagione, con punte di oltre 200

Il sindaco Gnassi Ricorda il concittadi­no come un «pezzo di storia del costume italiano»

Se n’è andato come se ne vanno gli artisti, sul palcosceni­co. Mauro Zanfanti in arte Zanza, un mito della Riviera conosciuto in tutto il mondo, in particolar­e in Scandinavi­a, ci ha salutato per sempre dal suo luogo preferito (o «uno dei»), il letto. Playboy pop e stagionale, non d’alto bordo, l’ultimo dei vitelloni post felliniani, una vita d’amore (carnale) da Gabicce a Rimini, il ragazzo dei record, di conquiste ovviamente: ogni estate più di 150 con punte oltre i 200.

La sua scomparsa, in una notte di fine estate, nella sua dimora di campagna, naturalmen­te non da solo, ma in compagnia di una ragazza dell’Est di quarant’anni più giovane di lui (così le cronache geografich­e e anagrafich­e) che ha dato l’allarme: Zanza non ha retto a quell’ultimo gioioso assalto, il cuore ha ceduto e l’avventura lunga mille donne è finita. Aveva 63 anni e già da minorenne era considerat­o un fenomeno nel saper intortare le turiste, con tanto di seguito. Altri tempi, spiagge affollate, charter pieni col biondo imperante non certo per ammirare il Ponte di Tiberio. «Vogliono divertirsi», precisava lui. E lui lì all’aeroporto ad accogliere le villeggian­ti, da perfetto butta dentro di uno dei tanti locali della Riviera, quel Blow Up che quando chiuse andò sulle prime pagine dei quotidiani di Stoccolma.

Dai primi anni 70 e per altre due decadi la sua passione è stata esaudita senza problemi, poi col cambio delle mode, con l’avvento dei pr metrosexua­l e della bocciatura dell’immagine alla Zanza, un po’ maraglia ma efficace — camicia aperta, petto villoso, catene, capelli lunghi e magari stirati, sorriso ammiccante, qualche braccialet­to — il grande Mauro un po’ ha sofferto, ma non ha mai mollato. Un mito che ha contribuit­o ad arricchire e alimentare il grande racconto della Riviera, come nel cinema, come nella letteratur­a (memorabile l’intervista di Michele Serra, trent’anni fa nel suo Tutti al mare). Lui narratore nella vita reale. E infatti un po’ per scherzo e un po’ no rivendicav­a un titolo da ambascia- tore del turismo. Vero, verissimo. Lo riconosce su Facebook lo stesso sindaco Andrea Gnassi: «Rimini è tante cose. È fatta di relazioni, di personaggi, di mille colori, di sentimenti eterni e fugaci, di sfumature, di dialetto, di borgo e lingue che si imparano magari d’estate... C’è la sua storia, la cultura, il mare, il sorriso. Gli acciacchi e i problemi. L’alto e il basso, il pop e il blues. Rimini è anche la storia di giorni e notti di incontri, di amori e di passioni e di “miti”. Di fronte alla morte di Maurizio Zanfanti , “Zanza”, il primo sentimento è di cordoglio. Con Zanza non se ne va solo un “mito” delle cosiddette notti della Riviera, ma comunque un pezzo di un periodo storico del costume italiano. Riposa in pace».

E sui social c’è già chi chiede per lui l’intitolazi­one di una strada. E ancor di più sulla sua pagina (Mauro Zanza) centinaia di foto e ricordi in poche ore. Una carrellata infinita di aneddoti e di attestati di stima. Conquistat­ore cortese. Lo ripeteva spesso Mauro, sempre disponibil­e e cordiale: «Le ragazze hanno bisogno di gentilezze». In principio, certo. Quante? «Non cento, ma mille», diceva. E nessuno lo contraddic­eva. Era davvero così. Tutto certificat­o nel ritrovo di fine stagione dei Galli della Conca, una felice compagnia di vitelloni che con appunti alla mano portava al tavolo il numero di amori estivi.

Attenzione però perché non era solo semplice conteggio, solo freddi numeri, perché non tutte le donne sono uguali. Quindi il conteggio era politicame­nte scorretto e dipendeva dalla provenienz­a delle conquiste: le svedesi valgono 5, le tedesche 4 e così via, poi le italiane, bolognesi e fiorentine 3 per arrivare ad altre città e regioni che potevano valere anche meno due, e giù sangiovese e risate. Che poi è anche questa la Riviera. E lui l’ha saputa incarnare alla grande. E adesso vediamo se per l’ultimo saluto arriverà qualcuno anche dalla Scandinavi­a. Dove lui andava in vacanza in inverno.

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