Corriere di Bologna

Il killer di Giuseppe resterà in carcere Le lacrime dei genitori

Carcere per il 16enne che ha ucciso Giuseppe. Il ragazzo ripete al gip: ho avuto paura e ho sparato

- Di Andreina Baccaro

«Una tragedia che ha spezzato due famiglie, ma il vero dramma è di chi ha perso un figlio». I genitori del giovanissi­mo assassino di Giuseppe Balboni affidano al loro avvocato poche parole, piene di umanità. Hanno incontrato il figlio al Pratello. Lui al gip, che ha disposto la custodia in carcere, ha ribadito di avere sparato per paura.

I carabinier­i stanno setacciand­o i boschi seguendo le indicazion­i del 16enne

” Il giudice La pericolosi­tà del ragazzo si desume dal fatto che allo stato non emerge alcuna valida motivazion­e per l’omicidio

Ha ucciso Giuseppe «senza una valida motivazion­e»: per questo la gip Anna Filocamo ha disposto la custodia cautelare nel carcere minorile del Pratello per il 16enne di Tiola di Castello di Serravalle, reo confesso dell’omicidio dell’amico coetaneo. Il ragazzo è comparso dinanzi al gip per l’interrogat­orio di garanzia, un confronto duro, in cui l’adolescent­e ha confermato la versione resa ai carabinier­i, è apparso scosso ma non ha chiesto scusa per quella vita strappata. «Ho avuto paura, ero spaventato, quella mattina Giuseppe è venuto a casa mia con un coltello. Mi minacciava», ha ribadito davanti alla giudice e alla pm Alessandra Serra che, insieme alla procuratri­ce Silvia Marzocchi, contesta l’omicidio aggravato da futili motivi e l’occultamen­to di cadavere, ma non la premeditaz­ione. La gip ha accolto la richiesta di custodia in carcere sottolinea­ndo nel provvedime­nto che «la pericolosi­tà del ragazzo si desume dal fatto che allo stato non emerge alcuna valida motivazion­e per l’omicidio». Un 16enne ucciso senza un motivo e un altro che ha distrutto anche la sua, di vita. «È una tragedia immane che ha spezzato due famiglie, ma sappiamo di non poterci piangere addosso perché il vero dramma lo sta vivendo chi ha perso un figlio», le uniche parole affidate dai genitori del reo confesso all’avvocato di fiducia Pietro Gabriele. Ieri i due, tra le lacrime, hanno potuto vedere e parlare a lungo con il figlio. «Gli staremo vicino, ma è giusto che paghi», la dolorosa presa di coscienza. Poi, dopo le 20, il ragazzo è stato portato in carcere, dove ha passato la sua prima vera notte dietro le sbarre.

Nella campagne tra Tiola e Ciano di Zocca proseguono le ricerche del telefonino della vittima e del coltellino che il 16enne dice di avergli visto in mano, nonostante lo stesso 16enne abbia dato indicazion­i su dove cercare. Anche i bossoli esplosi non sono ancora stati trovati.

Nel telefonino della vittima gli inquirenti sperano di ritrovare dei messaggi che spieghino il perché di tanto rancore. L’arrestato ha raccontato di piccoli litigi: debiti di pochi euro per qualche spinello o per la benzina, il rifiuto di raccontare piccole bugie ai genitori per coprire l’amico. Incomprens­ioni che, a detta di quello che ha premuto il grilletto, si sarebbero trasformat­e in richieste pressanti e minacce da parte della vittima. Quel lunedì 17 settembre Giuseppe si è presentato di prima mattina dall’amico proprio per chiarirsi. Ma si sarebbe precipitat­o in cortile, l’amico sostiene impugnando il coltellino che non ancora trovato, minacciand­o i cani. A quel punto l’atro ha preso la pistola del padre, è sceso e gli ha sparato. Dopo aver nascosto il cadavere, lo scooter e le sue cose, il 16enne è rimasto zitto per otto giorni mentre la famiglia Balboni, disperata, cercava il figlio. Sentito due volte dai carabinier­i, ha continuato a mentire, finché il padre martedì, preso da un terribile presentime­nto, ha spostato il blocco di marmo che chiudeva la botola nel suo giardino e ha visto il corpo di Giuseppe. L’uomo sarà denunciato per l’omessa custodia dell’arma.

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Al Pratello I genitori del ragazzo che ha confesstao di avere ucciso Giuseppe, suo coetaneo, sono stati ieri al minorile per incontrare il figlio che aveva l’udienza di convalida del fermo

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