Corriere di Bologna

Lite con la sorella La soffoca con un cuscino

Ma le licenze calano

- Beppe Persichell­a © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Da quando si era separato aveva problemi economici. Così Luigi Bellizzi, pensionato bolognese di 71 anni, continuava a chiederli alla sorella 78enne, residente ad Avellino. L’altra mattina, di fronte al rifiuto della donna, l’avrebbe soffocata con un cuscino, poi ha accoltella­to l’altro fratello.

Diventa motivo di scontro politico tra il Pd e la Lega l’uccisione di Giuseppe, ammazzato da un coetaneo con la pistola che il padre deteneva legalmente. È il sindaco Virginio Merola ad andare all’attacco del governo. «Non tutto si risolve incitando all’odio. Chi gliel’ha data la pistola a quel ragazzo? Vogliono aumentare le armi. Quale idea di diritto hanno, quello del più forte?», l’affondo del sindaco. Ma la Lega non ci sta e a intervenir­e è il deputato reggiano Gianluca Vinci, che ha seguito l’iter del decreto legislativ­o entrato in vigore lo scorso 14 settembre. «Merola dovrebbe leggere le norme prima di fare attacchi politici su temi che non conosce, peraltro in una occasione così triste», attacca il leghista. «La nuova normativa sulle armi è più restrittiv­a di quella precedente, perché prevede un sistema informativ­o unico a livello italiano dove sono registrate tutte le armi e ha previsto la riduzione da 6 a 5 anni della durata dei porti d’arma a uso caccia». E, oltre a questo, aggiunge Vinci, «nessuna delle proposte di modifica richieste dal Pd avrebbero potuto impedire l’avverarsi di questo grave lutto». La nuova norma recepisce una direttiva europea del 2017 che vuole migliorare la tracciabil­ità delle armi da fuoco, estendere la categoria di quelle più pericolose e includere nei controlli anche quelle «disattivat­e». Ma il testo è stato criticato dai Dem perché prevede il raddoppio del numero di armi per uso sportivo detenibili, che passa da sei a dodici (mentre le armi comuni da sparo restano tre e pure i fucili da caccia continuano a non subire limitazion­i). Ma secondo i detrattori c’entra poco lo sport, l’aumento è legato alla volontà di possedere armi in casa per difesa personale, eludendo la trafila per il classico porto d’armi. A Bologna nel 2017 la Prefettura ha rilasciato 193 licenze per porto di pistola per difesa personale (in due anni c’è stata una diminuzion­e del 13%). Dalla Questura, invece, arriva l’ok per le licenze per uso sportivo e per la caccia, che sono state 1.373 l’anno scorso contro le 2.042 del 2015. In aumento di poco quelle per la caccia, da 1.207 a 1.251.

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