«Bologna ti odia» e un mirino Lui: penosi. Bufera sul Cua
Sono apparsi entrambi ieri mattina in via Zamboni: la scritta «Salvini, Bologna ti odia! No al razzismo» su uno striscione lungo 40 metri e un manifesto con il volto del ministro dell’Interno, un mirino e sotto e il messaggio «Assassino. Prendilo di mira». A rivendicare il gesto è stato il Collettivo universitario autonomo (Cua). Immediata la reazione del vicepremier sui social: «A Bologna i soliti figli di papà dei centri a-sociali mi mettono un mirino addosso con la scritta “Assassino”. Che pena. Credo che qualche mese di servizio civile o militare gli farebbe proprio bene», ha scritto su Facebook. «Auspico sia aperto immediatamente un fascicolo nei loro confronti e, una volta per tutte, allontanati dalla città», la richiesta del sottosegretario ai Beni culturali, la leghista Lucia Borgonzoni. Mentre il consigliere comunale del Carroccio Umberto Bosco se l’è presa con il rettore Francesco Ubertini: «È giunto il momento che il Magnifico rettore prenda magnifici provvedimenti nei confronti dei responsabili. Da troppo tempo l’Alma Mater tollera e protegge questi facinorosi», ha attaccato. Anche il sindaco Virginio Merola ha preso le distanze: «La città di Bologna non odia e non minaccia nessuno. Chi lo fa è contro Bologna. Non condivido la politica di Salvini, ma non ho bisogno di usare parole d’odio». (B. P.)