Soffoca la sorella con un cuscino: arrestato
Luigi Bellizzi, 71 anni, era ad Avellino dalla donna, 78enne. L’omicidio al culmine di una lite
Da quando si era separato le trasferte ad Avellino, paese natale della sua famiglia, si erano fatte più frequenti. E, ipotizzano ora gli inquirenti, anche le sue difficoltà economiche per via dell’assegno di mantenimento che doveva versare all’ex moglie. I soldi non bastavano mai a Luigi Bellizzi, 71enne bolognese, ex dipendente dell’Inps. Per far quadrare i conti spesso e volentieri chiedeva aiuto alla sorella Giuseppina, 78 anni, anche lei pensionata. Dicono ora in famiglia che ultimamente arrivava a pretenderli. Sarebbe stato il rifiuto della donna, il timore di essere ormai finito in un vicolo cieco, a far scattare la furia cieca che all’alba di ieri ha trasformato questo normale pensionato in assassino. Tutto s’è consumato in una manciata di minuti alle 6.30 al terzo piano di una palazzina di via San Tommaso, una zona centrale della città dove viveva la 78enne, ex dipendente del comune di Avellino in pensione. Secondo una prima ricostruzione, Bellizzi al culmine di un litigio l’avrebbe soffocata con un cuscino. In quei momenti drammatici la donna avrebbe avuto il tempo di avvisare un altro fratello, di dieci anni più giovane, che abita poco distante, in un altro palazzo della stessa via e aveva un doppione delle chiavi di casa. Quando l’uomo è arrivato però per Giuseppina non c’era più nulla da fare: giaceva senza vita nel salotto della sua abitazione. A quel punto, stando al racconto dell’altro fratello fatto ai carabinieri, Bellizzi l’avrebbe aggredito con un coltello preso dalla cucina. È riuscito a menare più fendenti, uno dei quali ha colpito il parente alla mano, ma in modo non grave. Quest’ultimo però è riuscito a divincolarsi e a fuggire, avendo l’accortezza di chiudere la porta dall’esterno. Subito dopo ha chiamato i carabinieri. In seguito è stato medicato in ospedale per una lieve ferita.
I militari si sono precipitati sul posto e quando hanno
Il bolognese si era separato e chiedeva soldi alla sorella, il rifiuto e poi il raptus
aperto la porta Belluzzi era lì seduto, con la sguardo perso nel vuoto, poco lontano dal corpo senza ormai senza vita della sorella. Aveva ormai capito che la sua corsa era giunta alla fine. Quando i carabinieri lo hanno fermato non ha infatti opposto alcuna resistenza e si è fatto portare via senza dire nulla. Il 71enne è stato poi a lungo interrogato nella sede del Comando provinciale dei carabinieri dal pm della Procura di Avellino, Vincenzo Russo, prima di essere trasferito in carcere con l’accusa di omicidio volontario. Secondo la ricostruzione dei carabinieri fatta sulla base della prima ispezione esterna del medico legale, Belluzzi avrebbe soffocato la sorella, probabilmente con un cuscino. Un’ipotesi che dovrà essere però confermata dall’autopsia che verrà disposta dalla Procura. La ricostruzione che gli inquirenti tendono ad accreditare resta dunque quella del litigio per motivi economici: l’uomo negli ultimi tempi avrebbe intensificato le sue visite dalla sorella e ogni volta chiedeva lei di darle soldi per tirare avanti.
La separazione dalla moglie lo aveva messo in enorme difficoltà per via dell’assegno di mantenimento e le spese inevitabilmente legate a un nuovo affitto da pagare. Ieri, il rifiuto della donna, avrebbe innescato il dramma. Un quadro che verrà definito nell’interrogatorio dal giudice.