Piero Angela, maestro divulgatore
Lezione all’Accademia delle Scienze tra persone in fila e folla di studenti in piazza Scaravilli
È il maestro della divulgazione scientifica, anche se essere chiamato «maestro», ammette, «mi imbarazza molto». A vedere in quanti accorrono per una sua conferenza si può dire che è anche una star. Per ascoltare Piero Angela, invitato ieri dall’Accademia delle Scienze che l’ha insignito del premio della Società italiana di Storia della Scienza alla carriera, non solo si è stipata in pochi minuti la bella sala Ulisse ma anche piazza Scaravilli collegata con un maxi-schermo. Con decine di studenti e docenti in fila per tentare di trovare un pertugio per entrare in Accademia e in tanti che, adocchiato l’inventore di Quark, si sono precipitati per un autografo.
Ieri anche il rettore Francesco Ubertini ha coronato un sogno, «avere tra noi, in Ateneo, uno studioso conosciuto, ammirato e rispettato universalmente», confida. «Un Ulisse moderno», aggiunge, «che sa guardare il mondo a 360 gradi rendendo tutti noi visitatori partecipi dei segreti del mondo».
«Non sono né uno scienziato né uno storico — esordisce Angela —, sono un curioso e un divulgatore, mi interessa arrivare a tutti con un linguaggio semplice con contenuti alti». Spiegando in modo semplice e non semplicistico. Catturando l’attenzione di tutti. E cita un episodio che risale al 1972 quando stava presentando il suo primo libro L’uomo e la marionetta, «dove spiegavo — racconta — i meccanismi che regolano il comportamento umano, il bagaglio genetico da un lato e l’ambiente dall’altro». «Una signora di Varese — continua — mi scrisse per ringraziarmi perché il libro era chiaro e comprensibile, scritto “in modo piacevole e scurrile”. Ecco — aggiunge mentre la platea sorride — avvicinare una persona che non ha potuto studiare per motivi famigliari, che confonde scorrevole con scurrile, è importante. Esiste una platea grandissima di persone tra televisione, giornali, libri, conferenze a cui rivolgersi per far comprendere bene anche concetti importanti. Ed è così anche ora che c’è tanta fame di cultura in un mondo irrazionale. Anche in politica». Perché il suo segreto, come sottolinea il rettore, è «saper spiegare in modo rigoroso ma coinvolgente».
«È un moderno Ulisse che guarda il mondo a 360 gradi svelandoci i segreti del mondo»
Piero Angela l’ha sempre fatto, anche ora che ha deciso di parlare su «Come la tecnologia ha cambiato la storia». Partendo dalla scienza. «C’è un abisso tra scienza e tecnologia — spiega —, la scienza è conoscenza, risponde alle antiche domande dei filosofi naturali. A scuola non si insegna la scienza ma le materie scientifiche. La scienza è scoprire, la tecnologia è economia, industria, politica, sviluppo, insomma tutto ciò che gli uomini hanno inventato per rendere più agevola la vita e meno gravoso il lavoro. La tecnologia ha cambiato il mondo». E racconta cosa è successo negli ultimi 150 anni. Ma anche solo dal 1928, l’anno della sua nascita. «Quando sono nato la speranza di vita era di 52 anni, ho guadagnato tantissimi mesi e anni in questo periodo», sorride ancora.
Parla di esplosione demografica, di energie rinnovabili, di democrazia, dell’impero della Kodak frantumato per non aver saputo individuare i prodotti giusti nell’era del digitale. E ancora di scuola, di quanto è difficile il lavoro dell’insegnante ma anche del mestiere di studente. E da piazza Scaravilli si leva l’applauso.