Quei rincalzi che possono fare la differenza
La grande domanda di oggi è: contro la Roma e contro la Juve sono scesi in campo due Bologna diversi, oppure la differenza attuale tra i giallorossi e i bianconeri è cosmica? È stato il Bologna a essere ottimo domenica e pessimo mercoledì, oppure la Juve dei marziani adesso è dieci volte più forte della Roma? Ci sono tante verità diverse in queste due prestazioni. Il Bologna contro i giallorossi ha osato una formazione inattesa e molte seconde linee si sono dimostrate in grado di fare la differenza. Questo va a loro merito, e a merito di Inzaghi che li ha schierati. È pure vero che la Roma ha fatto una partita indecente ben oltre il valore della prestazione rossoblù. Lo dimostrano le
Le cifre dicono che con la Juve il Bologna non è nemmeno sceso in campo Servirà ancora la verve delle seconde linee, brillanti contro la Roma
occasioni concesse — tante — e sventate un po’ da Skorupski e un po’ dalla svogliatezza della Roma. Quelle presunte seconde linee, però, un segno lo hanno lasciato. E l’ipotesi di rivederle in campo è da caldeggiare, perché almeno in questo momento non sono da considerare rincalzi. Quella stessa prestazione che ha concesso spazi e tempi di gioco alla Roma, contro la Juve è costata due gol in avvio e la sensazione che ancora una volta sia stato Skorupski a metterci tante pezze. Altrimenti la sconfitta di Torino sarebbe stata larga nel punteggio almeno quanto lo è stata nelle statistiche: 75-25 il possesso palla, il Bologna ha giocato il pallone per soli 13 minuti in tutto, finendo con 180 passaggi riusciti contro i 748 dei bianconeri. Significa non essere nemmeno scesi in campo. Una prestazione non tanto diversa rispetto a quella con la Spal, ad esempio, con la differenza che se giochi così contro la Juve non ti dice niente nessuno. E invece le indicazioni sono quelle di una squadra non guarita, graziata quindi dalla domenica triste della Roma, ma non pronta per aspettarsi una grande vittoria contro l’Udinese. Per farcela serviranno applicazione e coraggio. E magari, la verve di qualcuna di quelle brave «seconde linee».