«Stavolta Milano è imbattibile V più logica, la Effe è ambiziosa»
Boniciolli: «In A2 avversarie agguerrite. Mi piace la solidità dei bianconeri»
Matteo Boniciolli, il campionato di serie A sarà un monologo di Milano?
«Li ho visti al torneo di Zara il weekend scorso e l’ho detto anche a Simone Pianigiani. Questa è la squadra più logica e forte di questi anni, a prescindere dai grandi investimenti che ci sono sempre stati. Ci sono ruoli ben definiti, con la leadership chiara di Mike James, un gruppo di lunghi di alto livello e un supporting cast ottimo. Sono anche stato critico negli anni scorsi, ma quella attuale è la Milano più forte di questo periodo».
Poche speranze, insomma, per le altre?
«Sul risultato finale non c’è storia, per quanto Venezia, Avellino e Brescia abbiano roster importanti e siano ben allenate».
L’Eurolega può portare via qualche energia?
«Siamo arrivati all’incongruenza di aver quasi raggiunto le 80 partite stagionali della Nba, ma vissute con una tensione emotiva e nervosa che per le squadre di alto livello è un ostacolo enorme. Quando ne vinci 60, in America, nessuno si accorge delle 20 perse. Qui le 20 che perdi generano 20 processi, gogne e ridiscussioni di tutto da parte della critica. Una logica perversa della pallacanestro europea, nella quale tutte le 80 partite sono vissute come verdetti ultimativi sulla forza della squadra. Mi sembra che Simone e il suo presidente abbiano la situazione in mano, poi è chiaro che se giochi la domenica ad Avellino, martedì a Madrid, giovedì in casa col Fenerbahçe e domenica a Pistoia qualche rischio lo corri perché per la Pistoia di turno è la partita della vita e i giocatori selezionano, perché è inumano chiedere sempre lo stesso atteggiamento in ogni partita».
Della Virtus cosa pensa? «Lo scorso anno è stata tormentata dagli infortuni e da alcune decisioni societarie che non mi compete giudicare ma sono state sicuramente penalizzanti, come la scelta di non prendere il 4 titolare. Credo che quest’anno, se accompagnata da più fortuna, possa ambire a un posto nelle prime quattro. È una squadra ben costruita, con buona disponibilità economica e una struttura societaria solida».
Nelle ultime due stagioni, due finali consecutive per Trento.
«Viene da due stagioni miracolose e mi aspetto un altro miracolo. La finale dello scorso anno, senza la stoppata di Goudelock in gara 5, sarebbe forse finita diversamente».
C’è una squadra che seguirà con particolare interesse?
«La Roseto di Germano D’Arcangeli in A2. È una squadra che presenta almeno 3-4 prospetti Nba: Simonovic del ‘99, Eboua del 2000, Pené del 2002 e Lazar Nikolic, play titolare di
2,05 del ‘99.
La fuga dei biancorossi Armani ha costruito la squadra migliore della sua gestione. Venezia e Avellino ha un roster importante e da Trento mi aspetto miracoli
Non competerà per vincere subito, ma nei playoff sarà insidiosa. Un bel progetto che assomiglia moltissimo alle migliori Reggio Emilia degli anni scorsi».
Della Fortitudo cosa ne pensa?
«Squadra ambiziosa e costruita secondo i dettami dell’allenatore. Nell’immaginario collettivo bolognese, la scorsa è stata una stagione disastrosa, ma la Fortitudo è arrivata a due punti dalla vincente della regular season. Se Trieste fosse stata allenata fino a marzo da Dalmasson, da marzo ad aprile dal suo assistente e da aprile in avanti dal Pozzecco della situazione non so se la stagione sarebbe stata così positiva. Spero sia l’anno buono per la Fortitudo, ma non sarà facile perché i competitor sono molti e agguerriti».
Treviso, ad esempio?
«Treviso ha un roster importante con uno dei migliori allenatori d’Italia. Ho stima di Cavina e Martino, che con Udine e Fortitudo hanno gli altri roster più attrezzati mentre a Ovest vedo Roma davanti a tutti, ma dal punto di vista del cursus honorum l’allenatore fuoriclasse di questa stagione è Max Menetti, con le sue finali scudetto e la coppa europea vinta».