L’urlo dell’Orso
Santander sveglia il Bologna e accende la rimonta contro l’Udinese. Poi decide Orsolini: ora la classifica rossoblù cambia
Più forti di Manganiello e del Var. La rincorsa dei rossoblù prosegue con la forza di Santander, lo strappo di Orsolini e le scelte di Inzaghi: 2-1 all’Udinese, classifica raddrizzata, che torna decente. Arbitraggio a parte, fila tutto liscio per il Bologna che con questa seconda vittoria consecutiva in casa, conquistata in rimonta dopo una vita, a Verona quasi un anno fa, conferma i progressi dimostrati con la Roma. Il regalo a Saputo per i suoi 54 anni è stato meritatamente confezionato. Un risultato positivo a Cagliari prima della nuova sosta offrirebbe una nuova lettura a questo inizio di campionato, avviato male. Il coraggio, e talvolta l’obbligo, di impiegare anche forze fresche delle presunte seconde linee, da Svanberg in giù, ce l’ha avuto Inzaghi. È andata bene. Come sognava lo stesso tecnico e soprattutto Bigon. È quella la svolta. Migliora la squadra, migliora il rapporto fra l’allenatore e il ds, migliora un po’ tutto.
Se i tre punti sono d’oro, è la prestazione convincente che fa ben sperare. Cresce l’autostima, più concorrenza significa più competitività e la panchina funziona. Come ieri con Orsolini, Djiks (che con la sua fisicità forse non si sarebbe fatto superare da Pussetto come Krejci), nonostante la facile lettura del traversone dell’ottimo De Paul) e pure il corridore Okwonkwo. Ancora out Palacio, Poli e Donsah, Inzaghi conferma la formazione vincente schierata contro i giallorossi. Fiducia a Calabresi, Nagy e Krejci. Attacco di nuovo in mano a Santander che ha ripagato alla grandissima. Velazquez schiera una squadra propositiva con De Paul dietro a Lasagna. Friulani pimpanti in avvio fra le linee con il Bologna che in mezzo non fa filtro. È di Mandragora il primo brivido da fuori di poco a lato. Poi il rigore negato a Svanberg su intervento netto di Troost (così almeno da replay): l’arbitro è lì e non fischia, il Var di Orsato gli suggerisce di dare un’occhiata al monitor, Manganiello non cambia idea. Incredibile. «Svanberg ha simulato e andava ammonito», dirà poi a Inzaghi che svela fine partita. Insomma, ha sbagliato in ogni caso. Subito dopo, ripartenza perfetta, ma non letale, di De Paul e Lasagna che non inquadra la porta. Altre due conclusioni bianconere ed ecco la clamorosa palla in area per Santander che colpisce subito ma Scuffet fa il miracolo: la migliore occasione del match ancora una volta non sfruttata dai rossoblù, che però crescono. Nagy dà il tempo ai suoi e sporca le giocate avversarie, Svanberg dà sostanza e Dzemaili conquista tante punizioni.
E invece è Pussetto che segna bruciando prima Krejci e poi Skorupski su lancio leggi-
bilissimo di De Paul. Udinese avanti, ma per poco. Al 43’ scambio stretto SantanderSvanberg-Santander e sassata di destro dai 16 metri sotto la traversa e in rete. 1-1 da vero bomber. È la rivincita del mercato di Bigon. El Ropero, devastante coi piedi, benissimo di testa, ma si sapeva, gran lavoratore. Ripresa con lo stesso spirito e primi 10’ di buon calcio. Sugli scudi e al tiro lo «svedesino», poi i cambi e le intuizioni di Orsolini: sarà lui a spaccare la partita con un’incursione a due in area con Mattiello e trovare il 2-1. E c’è ancora tempo per un’occasione importante per El Ropero (un centravanti ispirato lì non scarica e tira, meglio magari) e il palo al 90’ sempre di Orsolini su servizio del paraguaiano. Oggi è festa, sì.