Non solo Lambrusco, torna Enologica
Da domani a Palazzo Re Enzo in vendita i vini di 102 aziende della regione
Si riapriranno domani le porte di Palazzo Re Enzo per Enologica, in anticipo di un mese rispetto alle passate edizioni. Come per ogni anno l’attenzione va alle tante presenze e ad alcune assenze della kermesse con protagonisti i vini dell’Emilia-Romagna. Saranno in tutto 102 le aziende regionali che per tre giorni faranno degustare le loro bottiglie: un’occasione per scovare le più rappresentative della viticoltura emiliano-romagnola con le sue eccellenze.
Non solo Lambrusco, domani a Palazzo Re Enzo apre il Salone del vino per scoprire le eccellenze locali Gardini: «Basta confronti, è una questione di stili»
Nell’attesa di domani quando si riapriranno le porte di Palazzo Re Enzo per Enologica, la prima novità che salta all’occhio è la data, in anticipo di un mese rispetto alle passate edizioni (scelta, spiegano gli organizzatori, per andare incontro alle esigenze di buyer e giornalisti stranieri). Ma data a parte, come per ogni anno l’attenzione va alle tante presenze e ad alcune assenze della kermesse dove protagonisti sono i vini dell’EmiliaRomagna.
Saranno 102 le aziende regionali che per tre giorni faranno degustare le loro bottiglie. Sono tante le conferme di questa edizione, dal Lambrusco di Cantine della Volta alla Malvasia di Monte delle Vigne, dal Sangiovese di Romagna di Giovanna Madonia e Drei Donà fino all’Albana di Romagna (dove pesa però l’assenza della sua forse migliore interpretazione, il passito firmato da Fattoria Zerbina), e poi l’immancabile Pignoletto dei Colli bolognesi. Altre assenze significative sono quella di Noelia Ricci da Predappio e di Villa Papiano da Modigliana (zona quest’ultima in generale poco rappresentata e che sta invece producendo il Sangiovese di Romagna più interessante degli ultimi anni).
Tre giorni, da domani a lunedì (ingresso 20 euro) per scoprire o ritrovare le bottiglie più rappresentative della viticoltura emiliano-romagnola che può contare diverse eccellenze (vedi il Lambrusco) e purtroppo ancora molti ritardi. Quest’anno l’Enoteca regionale, che si occupa dell’organizzazione di Enologica, si è avvalsa della collaborazione di Luca Gardini (World’s Best Sommelier 2010), che curerà due seminari, uno sul Sangiovese di Romagna e un secondo sulla longevità dei vini regionali. «Basta con i con- fronti, cercare differenze o analogie ad esempio tra un Sangiovese toscano e uno romagnolo – spiega Gardini – non ha senso, è tutta una questione di stile. Solo in questa regione abbiamo l’eleganza di Modigliana, la potenza di Predappio, la salinità di Rimini». Per questo motivo il futuro in Emilia-Romagna, dice Gardini non può passare da un solo vitigno. «Bisognerà puntare su tutti, sarà poi il consumatore a scegliere».
La sommelier Adua Villa, che domenica farà conoscere al pubblico i due principali vini piacentini, il bianco Ortrugo e il rosso Gutturnio, azzarda una previsione. «La tendenza fino ad oggi nei consumi ha premiato il Lambrusco, per la qualità toccata negli ultimi anni e perché resta un vino di facile impatto. Credo però che il futuro passi sempre dalle bollicine, e uno spumante a base di Trebbiano potrebbe ottenere riscontri interessanti».
E poi ancora lui, il Sangiovese di Romagna, una certezza. «A maggior ragione ora che stanno venendo fuori bene anche versioni più strutturate», osserva Villa. Vino da bere e da ascoltare, perché Enologica è degustazione ma anche seminari (e cibo, dagli show cooking ai «panini d’autore» dello chef Daniele Reponi).
Domani il vice direttore della Gazzetta dello Sport Pier Bergonzi parlerà di Pignoletto e del (poco noto) rosso ferrarese Fortana, poi Gardini e il Sangiovese di Romagna, dopo di lui Andrea Gori e le bollicine. Domenica si riparte con Villa e i vini piacentini, poi Daniele Cernilli (già tra gli artefici del Gambero Rosso, ora direttore di Doctorwine.it) per entrare nell’affascinante mondo dell’Albana, e di nuovo a discutere di bianchi e del loro ruolo in Emilia-Romagna con il critico gastronomico Andrea Grignaffini.
Altri tre incontri lunedì, dal pomeriggio, ancora con Gardini, un paio d’ore per scoprire con Othmar Kiem Bursôn e Centesimino, fino alla chiusura con il vero primo attore di queste terre, il Lambrusco nelle parole di Christy Canterbury.