Passante, invito a Bonaccini
Il dicastero snocciola i numeri per la manutenzione di strade e ponti destinati in regione Segnali di disgelo dal ministero di Toninelli, presto l’incontro a Roma: «Nessuna umiliazione»
Dopo lo sfogo di Bonaccini sul Corriere di Bologna («Dal 16 giugno chiedo un incontro con Toninelli, è umiliante»), dal ministero delle Infrastrutture giungono segnali di pace. «Presto arriverà una richiesta di incontro», fanno sapere dal ministero, che ha poco gradito lo sfogo. «L’Emilia-Romagna non può sentirsi umiliata», dicono da Roma, elencando i fondi per opere finanziate e programmate. «La priorità non è costruire opere faraoniche, ma sistemare l’esistente», dice il sottosegretario Dell’Orco.
Si apre uno spiraglio nei rapporti, ormai ai minimi storici, tra la Regione Emilia-Romagna e il governo Conte sulla complicata e combattuta partita delle infrastrutture. Lo sfogo del presidente della Regione Stefano Bonaccini, che nell’intervista pubblicata ieri dal Corriere di Bologna ha definito «umiliante» l’atteggiamento tenuto negli ultimi mesi dal ministero delle Infrastrutture, è arrivato ieri mattina sul tavolo del ministro pentastellato Danilo Toninelli. Che si prepara ora a inviare una richiesta di incontro al presidente della Regione EmiliaRomagna per riaprire un canale di confronto e, soprattutto, trovare una quadra tra i desiderata del territorio e i programmi del governo giallo-verde.
L’invito «arriverà presto», fanno sapere dal Mit. E non è escluso possa allargarsi anche ad altri rappresentanti degli enti locali, a partire dal sindaco di Bologna Virginio Merola. Certo, non è ancora la Conferenza dei servizi che pochi giorni fa lo stesso Bonaccini ha chiesto a gran voce che venga convocata a più presto, dopo l’annullamento dell’incontro che era stato fissato per il 13 settembre. Ma per la Regione Emilia-Romagna, che da tempo lamenta l’impossibilità di un confronto con Roma, è quantomeno un primo segnale. «Ho scritto a Toninelli appena si è insediato, il 16 giugno — aveva detto Bonaccini — e sono trascorsi quasi quattro mesi senza alcuna risposta». Adesso quella risposta arriverà sotto forma di una richiesta ufficiale di incontro.
Resta da capire quale sarà il clima tra le parti. Visto che Toninelli non sembra affatto intenzionato ad accogliere Bonaccini con la cenere sul capo. Anzi. Dal Mit ieri si faceva notare che «l’Emilia Romagna non può sentirsi affatto umiliata: per la regione, nel contratto di programma Anas 2016-2020, risultano finanziate opere per 325 milioni e programmate per 367 milioni. In più, giusto per citare altri dossier, ci sono nuovi fondi stanziati e la massima attenzione sulla condizione dei ponti sul Po». I nodi da sciogliere sono almeno tre: il Passante di mezzo, l’autostrada regionale Cispadana e la bretella Campogalliano-Sassuolo. Solo sulla seconda, trattandosi di un’opera di competenza regionale, non dovrebbero esserci troppe frizioni. Sulle altre due, invece, le posizioni che si sono cristallizzate negli ultimi mesi restano divergenti. Soprattutto sul Passante di mezzo, su cui la contrarierà del ministero non è certo un mistero. Anche se manca ancora l’esito dello studio su terza corsia dinamica in tangenziale e banalizzazione (fusione) di autostrada e tangenziale chiesto ad Autostrade. Un ritardo causato dall’impegno della stessa Autostrada a Genova per il crollo del ponte Morandi, ha detto mercoledì Toninelli.
Di certo i segnali che arrivano ogni giorno dal governo, non sono rassicuranti per chi sostiene le grandi opere in Emilia-Romagna. Visto che ieri, dopo il crollo di un ponte in Calabria per il maltempo, il sottosegretario alle Infrastrutture Michele Dell’Orco ha ribadito una volta di più il messaggio: «La priorità non è costruire opere faraoniche, ma sistemare l’esistente».