Corriere di Bologna

IL PICCOLO MONDO ANTICO

- Di Olivio Romanini

La netta sconfitta del fronte del Sì ai referendum per la fusione tra i Comuni di Castenaso e Granarolo e di Baricella e Malalbergo rappresent­a l’ennesimo campanello d’allarme per il Pd che si era schierato per l’unione dei Comuni. Può darsi che ci siano delle ragioni locali che spiegano in parte questo risultato perché altri due progetti di fusione nel parmense e nel ferrarese hanno visto la vittoria del Sì, ma il dato è clamoroso. Le cifre con le quali si è affermato il fronte del No (a Castenaso e Granarolo ha vinto con il 75,2% e a Baricella e Malalbergo con il 65,8) non si spiegano solo con la saldatura dell’elettorato del Movimento Cinque Stelle e della Lega, a vario titolo contrari alla fusione: le ragioni della vittoria del No vanno cercate più in profondità.

I cittadini dei quattro comuni della provincia hanno detto nelle urne che preferisco­no mantenere la propria identità e difendere l’esistenza del proprio municipio, piuttosto di avventurar­si in un viaggio che potrà anche portare delle opportunit­à (vedi l’esempio di Valsamoggi­a che oggi ha un casello autostrada­le e dove si è insediato lo stabilimen­to della Philip Morris) ma che comunque è una sfida dai risultati ignoti. Sempre in questi giorni alcuni Comuni del bolognese, Castenaso, Granarolo, San Lazzaro e Valsamoggi­a, si sono smarcati dal piano della regione per combattere lo smog con i divieti di circolazio­ne estesi fino agli Euro 4.

In entrambi i casi, sulle fusioni e sui divieti antismog, la difesa del particolar­e ha prevalso sul possibile interesse generale. Verrebbe da dire che in tempi in cui lo slogan politico che ha più successo nel Paese è «prima gli italiani» poi il principio rischia di declinarsi ovunque fino a «prima quelli di Baricella» o «prima quelli di San Lazzaro». Ma non è nemmeno questo il punto. Il tema è che negli ultimi decenni la crisi economica e la globalizza­zione hanno aumentato le differenze tra i territori che corrono e si agganciano al nuovo mondo (basta fare un giro nei centri storici di città come Milano, Firenze o Bologna) e quelli che restano indietro come le zone più periferich­e o di provincia. E se ti dicono che il nuovo mondo offre delle enormi possibilit­à ma nel frattempo vivi in un piccolo Comune dove ti hanno chiuso l’ufficio postale e magari fatichi a trovare i negozi di vicinato, perdi i tuoi punti di riferiment­o e cominci a pensare che questa storia delle opportunit­à sia una gigantesca fregatura. Che cosa fai allora? Ti chiudi, difendi quello che resta, chiedi protezione e questa è la moneta politica che hanno offerto sul mercato elettorale Lega e M5S. Non è detto che sia una moneta buona, perché non si tornerà indietro e non si potrà che andare avanti, il piccolo mondo antico dove i supermerca­ti sono chiusi la domenica e dove ogni paesino ha l’ufficio postale non lo riavremo più. Ma se il centrosini­stra vuole evitare un incubo elettorale nel 2019 (si vota in Regione e in molti comuni del bolognese) ha un compito ineludibil­e: ritrovare un dialogo con il cittadino di Malalbergo che nel 2019 ha avuto paura di unirsi con Baricella.

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