Corriere di Bologna

Lo strano caso del busto (rimosso) del prof fascista

- Claudia Balbi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Un busto di Alessandro Ghigi, rettore dal 1930 al 1943, zoologo di fama e iscritto al partito fascista, rimosso dall’aula omonima dell’università in via San Giacomo 9 e tenuto per più di tre mesi nello studio della professore­ssa di zoologia Barbara Mantovani. Il tempo e le modalità di rimozione della statua di gesso hanno fatto nascere nei corridoi dell’università qualche sospetto che dietro al fatto vi fosse una scelta ben precisa dell’Alma Mater. Infatti nel 1938 il nome di Ghigi comparve tra gli scienziati ed intellettu­ali italiani sostenitor­i delle leggi razziali; nel 1939 pubblicò per Zanichelli il volume Problemi biologici della razza e del meticciato

dove sosteneva «la superiorit­à della nostra stirpe». Dall’aula, oltre al busto, sono state rimosse anche le lettere di ottone sotto la statua con il nome del prof. «Quando sono venuti a portare via il busto non abbiamo ricevuto alcun avviso», dice la professore­ssa Mantovani. Poi ieri mattina la svolta in questo piccolo giallo: la rimozione del busto farebbe in realtà parte di un piano ordinario di restauro, adeguament­o e manutenzio­ne del patrimonio di Unibo. Lo spiega il prorettore all’edilizia Riccardo Gulli: «Stiamo facendo ora la perizia sull’aula, il busto di Ghigi era sulla mensola e poteva cadere». Una volta terminati i lavori il busto tornerà al suo posto: «E verrà fissato al muro», conclude Gulli.

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La nicchia vuota nell’aula

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