Corriere di Bologna

Solo sorrisi Basket City pensa in grande

- Di Daniele Labanti @DLabanti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Due vittorie all’esordio, brodo grasso per Basket City che ha festeggiat­o a pranzo la Fortitudo e dopo cena la Virtus, incassando un doppio successo sempre più raro nei tempi recenti. Poi qualche criticone non ha gradito gli sprechi bianconeri in un secondo tempo iniziato con tremori antichi, spazzati via dal killer Kevin Punter. S’ispira a Durant, ci racconta, e ne ricorda, in piccolo, la struttura del telaio e il rilascio morbido della palla che — tra i tanti campioni passati dalla Virtus — può essere paragonato a quello di Sugar Richardson. Zuccherata è stata infatti la nottata, perché se è vero che la Virtus ancora non sa schivare la mareggiata quando arriva — e a Trieste se l’è presa tutta in faccia nel terzo quarto — è anche vero che un club incapace da anni di vincere in trasferta deve saper godere di due punti fuori casa, non scontati, nell’abbrivio di un calendario durissimo (Milano, Avellino, Venezia arrivano subito). Sacripanti ha dimostrato d’essere sveglio e leggere la partita con precisione, riuscendo anche a cambiarne le trame quando occorreva un aggiustame­nto — quattro piccoli a sigillare una difesa fragile — per vincere. La squadra si farà, meglio avere due punti in classifica alla vigilia di salite ripide e un imperscrut­abile inizio di cammino in coppa. Vale anche per la Fortitudo, che non ha il doppio impegno ma aveva un eguale debutto ruvido a Verona, contro una candidata a darle fastidio in quella che per molti sarà una corsa dritta in serie A. La Effe ha mostrato ciò che ci s’attendeva: un successo autorevole firmato da giocatori navigati, mai intimoriti, menti che hanno visto sufficient­e pallacanes­tro da poter uscire da qualsiasi pantano. L’impression­e è che se le avversarie accetteran­no di giocare al ritmo della Effe, per fare le cose precisine, usciranno schiacciat­e. Chi saprà correre, tenere un ritmo alto, accettando anche di sbagliare qualcosa, potrà surriscald­arle il motore e farla andare, qualche volta, fuori giri. «Qualche volta» significa che comunque questa Effe, allenata bene da Martino, ha in mano più carte da serie A delle altre.

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